“I medici non hanno nemmeno preso il bisturi, l’operazione non è cominciata. Gli hanno alzato le gambe per l’anestesia, ha avuto un infarto ed è morto. Tutto questo è assurdo, mio cugino aveva solo 47 anni. Meglio che lo chiudono questo ospedale”. E’ lo sfogo di un giovane parente di Aldo Gionta, il nipote pregiudicato del superboss di camorra Valentino, morto stamattina intorno alle 10 all’ospedale di Boscotrecase, dopo una fatale complicazione in sala operatoria al terzo piano del nosocomio di via Lenza.

L’INCIDENTE. Aldo Gionta era stato investito quattro giorni fa da una ragazza di Torre Annunziata, alla guida di un’auto nei pressi della centralissima piazza Santa Teresa. L’uomo aveva riportato la frattura di tibia e perone, da comporre stamattina in un’operazione di routine all’ospedale “Sant’Anna”. Secondo prime indiscrezioni, ancora al vaglio degli inquirenti, Aldo Gionta pare soffrisse di disturbi cardiopatici. Dopo una semplice anestesia spinale, il 47enne è andato in arresto cardiocircolatorio. Ma sarà l’autopsia disposta d’ufficio dalla Procura della Repubblica oplontina a chiarire le cause del decesso.

SEQUESTRATA CARTELLA. La cartella clinica è stata sequestrata intorno alle 13: atto dovuto. A compierlo due carabinieri, che hanno inserito la cartella in un fodero nero prima di scortare con tre volanti (una anche della Guardia di Finanza) la salma di Aldo Gionta, ora trasferita all’obitorio dell’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia.

NOTIZIA FA GIRO WEB. I primi ad apprendere dai medici la notizia della morte sono stati il figlio e la moglie di Aldo Gionta. Circa una quarantina di parenti, quasi tutti reduci dallo sgombero di Palazzo Fienga, l’ex roccaforte del clan, sono presto accorsi nell’atrio della sala operatoria. “L’ho saputo su internet – il commento di Gennaro, 60 anni - . Ero a casa di Salvatore, vicino via Bertone. E’ stato lui ad accendere il telefonino e a dirmi: guarda che cosa è successo”. La notizia della morte di Aldo Gionta ha fatto prima il giro del web. Molti familiari hanno saputo del decesso solo dopo la pubblicazione di un breve articolo apparso sui social network.

Quando uno dei medici dell’ospedale di Boscotrecase è uscito dalla sala operatoria, dicendo “è finito”, la disperazione si è impadronita dell’intero terzo piano: forti urla, soprattutto femminili, e rabbiosi schiaffi alle porte di collegamento tra l’atrio della sala operatoria e gli ascensori, ma nessun danno alla struttura di via Lenza. Dopo il trasporto della salma di Aldo Gionta all’obitorio, a bordo di una classica “Mercedes SW” nera, una schiera di moto e scooter ha lasciato l'ospedale.

In foto, il trasferimento della salma di Aldo Gionta all’obitorio di Castellammare di Stabia

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