E’ stata inaugurata venerdì 11 marzo 2016 la mostra di Ciro Palladino dal titolo “L’abisso e il labirinto” presso il liceo artistico De Chirico a Torre Annunziata. L’artista, nato a Torre del Greco nel 1952, ha dedicato la sua vita alla pittura creando un linguaggio molto evocativo e ricco di simboli e rimandi filosofici ed esoterici. La mostra rimarrà aperta fino all’11 aprile e le opere esposte hanno come filo conduttore un unico tema, quello dello spirito.

Palladino parla così delle sue opere: “Il nero della tela, privo di confini si espande indolente catturando tutto ciò che si muove e che lo circonda, creando indefinibili esodi dove, nella solitudine e smarrimento, silenziosamente quasi d’incanto arriva l’eco dell’Ombra! Perdersi nella pittura e nella materia, meravigliarsi della sensazione di sentire il segno come ferita sulla pelle.. ..Anima perduta nel più nero del nero...”

Il suo mondo spirituale, Palladino lo rappresenta attraverso una tecnica molto elaborata. Sulla base della tela incolla carte di diversi spessori per creare una superficie rugosa e irregolare che a volte appare come una ferita. Adopera gesso, stucco, e spesso carte argentate che riflettono la luce rendendo l’opera sospesa tra spirito e materia.

Su una base stratificata e disomogenea dipinge simboli universali come la croce, il contenitore (Graal), la figura umana, e una sorta di alfabeto personale.

A volte sulla tela usa delle bande nere che fungono da sipario, un sipario interiore che si interpone tra  l’opera e lo spettatore in modo da celare alcune cose e rivelarne delle altre. Immagini che compaiono e scompaiono, l’opera diventa mutevole come mutevole è l’animo umano. La croce che Palladino rappresenta non ha una valenza cristiana, ma assume un significato universale e simbolico.

I due segmenti della croce rappresentano la polarità dell’esistenza. Il segmento orizzontale rappresenta la polarità negativa, la materia  che separa i due regni, quello infero da quello celeste. Il segmento verticale invece ha polarità positiva, mettendo in comunicazione il mondo celeste con quello sotterraneo.

Un’altra immagine molto ricorrente nelle sue opere è il contenitore(Graal), rappresenta la donna generatrice di vita che sempre si rinnova.

La figura umana, invece, raffigurata in maniera indefinita e sospesa, che si smarrisce nel labirinto di segni e ferite è il simbolo della sua anima. Un’anima che dialoga attraverso un alfabeto personale, una sorta di scrittura automatica ricca di musicalità che scandisce in modo armonico lo spazio dipinto.

Le opere di Palladino sono di grandi dimensioni ma ha realizzato anche una serie di piccole opere: dei “preziosi gioielli” ricavati da dipinti che aveva messo da parte. Da queste opere scartate sono nate le “relics”, cosi chiamate dall’artista, reliquie, cioè resti di altre opere su cui è intervenuto con il frottage e interventi pittorici. La pittura di Palladino scava in profondità facendo emergere tutto il tormento dell’uomo moderno alla ricerca di un’autentica spiritualità.

Raffaella Vitiello

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