“Nessuno di noi era mai entrato prima nella sala ‘lavaggio – essiccazione’. Quando siamo entrati ci siamo trovati di fronte ad uno scempio difficilmente descrivibile”. Non è l’incipit di un libro horror ma il racconto sconcertante che Antonio Somma rende spontaneamente agli inquirenti. Si tratta dell'inchiesta 'Terra Santa', che ha portato alla scoperta di un'organizzazione illecita che gestiva i loculi del cimitero di Pompei. Dei 17 indagati, 9 hanno ricevuto misure cautelari che vanno dai domiciliari, al carcere, al divieto di dimora in Campania. Tra loro c'è l'ex Sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, l'ex presidente del Consiglio, Ciro Serrapica e l'attuale consigliere di opposizione Attilio Malafronte.

“All’interno della sala - continua Somma - ci siamo trovati di fronte a circa 30 resti mortali, alcuni contenuti all’interno di casse di plastica, solitamente utilizzate per la raccolta del pomodoro. Alcuni resti mortali non erano ancora mineralizzati e non tutti erano identificabili. C’erano anche dei resti mortali di un bambino, credo avvolti in un piccolo lenzuolino, all’interno di una cassa di biscotti di latta”.

Il racconto fa rabbrividire: è la descrizione, fatta nel maggio 2014, di quanto trovato nella stanza dopo l’agosto 2011. Corpi esumati senza il consenso dei loro familiari che giacevano nella piccola stanza “non a norma”. Per entrarvi, gli interratori avevano chiesto ed ottenuto “guanti, mascherine, tute, stivali ed attrezzatura varia perché le condizioni igieniche erano veramente disastrose”.

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