La storia dei lettori MP3, dalla nascita alla caduta
I progressi tecnologici e le app di streaming hanno messo da parte il lettore mp3
25-08-2024 | di Redazione
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Viviamo in un mondo nel quale ogni processo tecnologico, inevitabilmente, porta a un miglioramento per la popolazione. Negli anni più recenti sono emerse tantissime tecnologie in grado di mutare definitivamente la vita quotidiana degli individui. Prima di qualche decennio fa, infatti, sembra impossibile poter guardare un film in streaming, leggere articoli o giocare ai mini titoli dei casino online dal PC, così come semplicemente poter ascoltare musica senza una radio o una televisione.
Proprio in ambito musicale, una delle più grandi innovazioni è stata quella che ha riguardato la creazione dei lettori MP3, i quali si sono resi protagonisti di un cambiamento certificato come storico. Per fortuna (anche se in questo caso purtroppo), come dicevamo, il progresso porta anche a mettere da parte tecnologie considerate in disuso. Il passato glorioso non ha salvato i lettori MP3, che però hanno saputo comunque dare un contributo fondamentale alle vite di molti.
L’inizio della storia e l’ascesa inarrestabile
La nascita del formato MP3 risale addirittura agli anni ’80. In Germania, infatti, il Fraunhofer Institute sviluppò una tecnologia di compressione audio in grado di permettere la diminuzione drastica delle dimensioni dei file musicali, consentendo però allo stesso tempo di mantenere una qualità sonora più che buona. Ufficialmente il primo nome del formato MP3 era MPEG-1 Audio Layer III: fu l’inizio della svolta.
I primi lettori MP3 portatili arrivarono tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000. In particolare, uno dei modelli più famosi era il Rio PMP3000, anche se fu l’uscita nel 2001 dell’iPod di Apple a rivoluzionare del tutto il mercato musicale. Questi lettori consentivano di godere della comodità di ascoltare musica ovunque, senza la necessità di avere a disposizione un computer. L’iPod in particolare fu individuato fin dal momento della sua uscita come il vero e proprio gamechanger del mercato, grazie a un design accattivante, a una grande capacità di archiviazione per l’epoca (fino a 1000 canzoni) e un’integrazione simbiotica con iTunes.
Il formato MP3 divenne dunque mainstream e i lettori portatili si svilupparono globalmente. Ma come molte bellissime storie, anche questa vide arrivare una fine.
Il declino e la caduta
Contemporaneamente all’ascesa dei lettori MP3, aumentarono però anche i problemi etici - e soprattutto legali – legati alla pirateria musicale. La mossa che fece scoppiare il caos fu la nascita di Napster, che permise a migliaia di utenti di scaricare musica in una maniera giudicata illegale, danneggiando quindi gravemente l’industria discografica e non solo. Alcune canzoni presenti all’interno dei lettori MP3 venivano infatti scaricate illegalmente, perdendo anche di qualità in molti casi.
Al tempo stesso, la tecnologia – come da sua natura – continuò a evolversi, esplorando nuove possibilità e portando alla creazione di nuovi formati (come AAC) che offrivano una qualità audio superiore. Il colpo del KO per i lettori MP3 arrivò però con la nascita degli smartphone e, soprattutto, di Spotify, che – come sappiamo – consente di poter accedere a vasti cataloghi musicali sotto copyright senza dover per forza scaricare o possedere fisicamente il file (anche se esiste la possibilità di farlo). Viste queste novità, la necessità e la richiesta di un dispositivo che servisse solo ed esclusivamente a scaricare e ascoltare musica crollarono in maniera drastica.
Oggi i lettori MP3 sono sostanzialmente scomparsi, sostituiti per l’appunto dagli smartphone, i quali sono stati in grado di accorpare svariate funzioni diverse in un solo dispositivo. Il formato MP3 in sé è ancora utilizzato ma la sua importanza è nettamente diminuita, non a caso molte aziende hanno semplicemente smesso di supportarlo attivamente. Al momento, sembra davvero improbabile che i lettori MP3 possano essere riscoperti o riaggiornati in futuro. Il loro impatto nel mondo della musica e della tecnologia, però, resterà per sempre.
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