Di seguito la lettera scritta da don Antonio Carbone, rettore dei Salesiani di Torre Annunziata, sulla storia del giovane Ibrahim. Il ragazzo egiziano è riuscito a sopravvivere al viaggio della speranza che l’ha portato in Italia, facendolo sbarcare ieri a Salerno.

Una mamma con le lacrime agli occhi, che non smette di ripetere “Allahu Akbar”, Dio è grande. E’ la prima volta che sente al telefono, suo figlio Ibrahim. Il ragazzo, a sua volta, non riesce a trattenere le lacrime dopo aver riascoltato la voce rassicurante di sua madre. Un grido di lode a Dio che ha ancora più significato, dopo quel maledetto aprile del 2011, che ha segnato il viaggio senza ritorno dell’altro figlio maggiore, partito insieme al cugino. Il ragazzo, infatti, dopo essersi imbarcato su un gommone in partenza dall’Egitto insieme ad altri 250 migranti, visse una tremenda avventura di 20 giorni, incessantemente trasportato dalle onde del mare. Quando intravide una nave mercantile all’orizzonte, si accese in lui la speranza, ma proprio durante il passaggio dalla precaria imbarcazione, alla solida nave, le forze vennero meno, ed ancora una volta fu Mediterraneo ad avere la meglio. Fortunatamente a lieto fine invece la storia del fratello sedicenne, sbarcato ieri a Salerno. Ibrahim anche lui su un gommone, è partito in cerca di salvezza insieme ad altri connazionali, ma quando la nave mercantile norvegese li ha avvistati in mare, in lui è riaffiorato il triste ricordo della tremenda fine del suo stretto parente, morto in simili circostanze, come raccontato dal cugino.

Il giovane egiziano proviene, da un piccolo villaggio, dove la vita non è mai stata facile. L’energia elettrica è presente solo per poche ore al giorno e l’acqua, alle volte è un miraggio. Spesso, per averne a disposizione, lui e i suoi familiari erano costretti a raggiungere un pozzo, distante centinaia di metri. Nonostante la tragica esperienza del fratello maggiore, povertà, mancanza di sicurezza, e aspettative future quasi nulle, hanno spinto la famiglia di Ibrahim a pagare ai mercenari di vite umane, l’ingente somma di 3000 euro, ricavata solo vendendo gran parte di ciò che avevano in possesso, compreso il loro piccolo terreno, e gli animali presenti: naturalmente unica fonte di sostentamento. Sceso dalla nave, insieme ad altre 545 migranti, di cui 41 minorenni, Ibrahim, è rimasto seduto nel porto mercantile di Salerno, nell’attesa di riascoltare la voce della madre, e nella speranza di poter adesso crescere in sicurezza, per assicurarsi un futuro dignitoso. In compagnia di Mohamed ed Ahmed, altri due minori egiziani sbarcati ieri nella cittadina campana, Ibrahim, è stato accolto già ieri primo aprile, nella comunità educativa salesiana per minori, “16 Agosto” di Bari, gestita dall’ associazione Piccoli Passi Grandi Sogni. Un evento eccezionale, avvenuto forse non a caso, in una data speciale. Ieri infatti, si festeggiava l’82° anniversario della canonizzazione di Don Bosco, che dopo tanti anni, continua a tenere aperte le porte di casa sua, per accogliere giovani in difficoltà: adesso, in futuro, come allora”.

Don Antonio Carbone


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