Boscoreale. Gli inquirenti continuano a scavare nel passato di Mauro Buonvolere, ucciso in serata a soli 21 anni da sei colpi di pistola esplosi al "Piano Napoli". Un'esecuzione in piena regola, molto probabilmente legata al difficile passato di Mauro, con precedenti per droga fin da quando era minore, detenuto al carcere di Airola nel beneventano. Lì inizia un'altra sfida, quella del recupero alla vita. "Battaglia vinta, con molti risultati positivi", secondo l'educatore dell'istituto penitenziario. Duro esame superato, macchè.

Mauro Buonvolere perde il padre, morto invece per cause naturali, e torna ad essere un "ragazzo difficile". Nonostante sia ormai maggiorenne può scegliere: scontare la residua pena, fino allo scorso ottobre, sempre ad Airola, o trasferirsi a Poggioreale. Sceglie la seconda, sì, perchè a Poggioreale, rinchiuso in cella, c'è suo fratello, Enrico, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione nella sentenza del 13 settembre 2013, dopo il mega-blitz delle forze dell'ordine a danno dei "pusher" del Piano Napoli. Così Mauro può vedere più spesso il fratello, senza bisogno di trasporti e permessi speciali. Enrico adesso è dentro, a Poggioreale. Mauro Buonvolere, invece, è morto stasera. Freddato da sei colpi di pistola.   

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Ucciso giovane