L’essere sepolti a Torre Annunziata significa contribuire a finanziare, in maniera uguale, le casse delle due cosche egemoni: i Gionta da un lato ed i Gallo-Cavalieri dall’altro. È quanto emerge dalle intercettazioni dei dialoghi tra Carmela Gionta ed un imprenditore edile.

La storia, in realtà, parte da lontano nel tempo, almeno dal 1998, e si intreccia, inevitabilmente negli ultimi anni, con i cambiamenti di abitudini da parte dei parenti dei defunti e, più di recente, con il nuovo regolamento cimiteriale, stilato ed approvato dall’Ente oplontino.

LE INTERCETTAZIONI

C: Carmela Gionta – I: Imprenditore

I: Vi posso dire una cosa? Sto da tanti anni in piazza, però è un momento delicatissimo perché la gente muore ma vanno tutti a Pontecagnano

C: a Pontecagnano

I: eh si, perché si fanno cremare. La gente non sfrutta più una fossa

C: cinque anni…

I: l’ha messo il comune

C: l’ha messo il comune, questo è il fatto

I: allora la gente

C: deve fare battaglia…la gente cinque anni…si vanno a cremare…

I: ma poi ci sono dieci anni…ancora dieci anni…

C: ma che si è messo in testa il sindaco…io non capisco

I: praticamente questi delle pompe funebri portano tutti a Pontecagnano, così si fanno cremare o se li portano a casa o mettono in qualche nicchia di qualche parente. Non facciamo più niente.

Scegliere la cremazione per i propri cari, piuttosto che la sepoltura, considerando i nuovi tempi di 10 anni per l’inumazione, ha fatto crollare le richieste di lavori al camposanto oplontino. Di qui nasce la controproposta dell’imprenditore che, non riuscendo più a far fronte ai 15 mila euro l’anno ad ogni clan, prova il ribasso a 10 mila euro.

I: Io sono stato pure dai Cavaliere. Attualmente come stanno le cose, più assai di diecimila euro all’anno non posso cacciare, ma non per qualcosa.

C: signor I, sentite a me. Per ora mi dovreste dare mille euro, mi dovete fare questo sacrificio, mi dovete aiutare, ve lo dico come foste un figlio mio, un fratello.

I: state a sentire me, non parlate più. Io fino a Natale vi accontento, però da Natale facciamo diecimila euro all’anno

C: no

I: no, aspettate. Da gennaio in poi, invece di mille al mese, perché dobbiamo apparare sempre a diecimila, vi do settecento. Il quattro di ogni mese.

C: diecimila euro, dai..

I: signora sapete una cosa, se io lavoro non ho problemi. Io ho licenziato 30 persone.

C: rimaniamo mille euro al mese e a Natale ci mettete mille euro in più

I: se a Natale lo posso fare vi accontento, non è questo il problema. Però io non vengo più qua signora, vi voglio bene.


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