Maria Licciardi, la boss a capo dell'omonimo clan di Secondigliano, fermata ieri dal Ros nell'aeroporto romano di Ciampino mentre si accingeva a partire per la Spagna, avrebbe fornito sostegno elettorale a un politico candidato alle ultime elezioni regionali in Campania del 24 e 25 settembre 2020. Ad ipotizzarlo sono gli inquirenti del ROS e della DDA di Napoli sulla base di una recentissima intercettazione.

"E' arrivato a 2100... però in tutta la Campania... 2100 voti" dice un uomo ritenuto legato al clan Mallardo, fedele alleato dei Licciardi, nel corso di un incontro svoltosi il 29 giugno nell'abitazione della boss. "Lady camorra" l'aveva convocato, insieme con suo fratello, per chiedergli spiegazioni: l'esponente dei Mallardo infatti aveva contattato poco prima il politico senza l'assenso preventivo di Maria Licciardi, che invece viene informata direttamente dall'ex candidato.

Dal colloquio si evince che l'uomo del clan alleato, proprio su richiesta di "lady camorra", in occasione delle ultime regionali, aveva fornito il suo apporto al politico che però non era riuscito ad essere eletto. E di questo la Licciardi è amareggiata. L'interlocutore prova a giustificarsi: "...qualcosa gliel'ho fatto prendere laggiù... mi sono impegnato... mò a prescindere che non è salito (non è stato eletto, ndr)..." Maria Licciardi: "No! Ci volevano 2500... e loro non sono arrivati nemmeno a ... erano 900". Quanto al recente contatto con il politico, l'esponente del clan Mallardo spiega alla boss che era suo intento avvisarlo affinché non avesse nulla a che fare con un imprenditore di Castel Volturno, dell'Ecoparco del Mediterraneo (oasi naturale, tra i più grandi parchi a vocazione turistico-sportiva in Italia esteso su 60 ettari, ndr) ritenuto legato alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

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