Nelle scuole mancano le certificazioni di collaudo e sicurezza. Con l’ex assessore Savarese ottenemmo il resto di un mutuo per ovviare a questo problema ma non abbiamo saputo più nulla”. L’ex assessore all’urbanistica ed alla risorsa mare di Torre Annunziata, Raffaella Celone, ha ufficialmente lasciato l’esecutivo Starita. Questa mattina ha protocollato la lettera con le motivazioni che l’hanno spinta allo stesso gesto del padre Enzo.

Nelle poche righe indirizzate al primo cittadino, l’ architetto preferisce una sintesi efficace ad un elenco lungo dei motivi che l’hanno spinta a lasciare: “Il mio lavoro mortificato ed ostacolato dalla inspiegabile e reiterata attitudine del sindaco a non programmare, coordinare e nemmeno favorire le normali attività delegate agli assessori”.

LE ACCUSE. Non solo la scuola che, se confermate le accuse dell’ex componente di giunta, aprono uno scenario inquietante. “Al progetto del porto e della bretella, io ed Irlando non abbiamo partecipato a nessuna fase”. O il progetto JESSICA, “dove sono riuscita a recuperare le risorse per l’area ex Ecoittica ed i pontili del trincerone ferroviario. Mancano solo le concessioni della Ferrovia. Il sindaco, tempo fa, disse che se ne sarebbe occupato lui ma non lo ha ancora fatto”. O ancora per le pratiche di condono. “Facemmo una prima riunione a novembre scorso. A luglio una sentenza ha riaperto i termini delle richieste del 2006 fino alla fine di quest’anno. Ma da allora non si è fatto nulla”. Il piano parcheggi, invece, “era quasi pronto ma dopo la manifestazione d’interesse per nuove possibili aree è tornato tutto sotto silenzio”. O, infine, il PUC. “Ironia della sorte, il primo cittadino ha portato finalmente la delibera in giunta lo stesso giorno in cui ho protocollato le dimissioni. A firma sua nonostante l’ho incalzato per mesi”. Poi scherza: “Sono contenta che le mie dimissioni servano a mettere in campo cose sulle quali ho lavorato e che Starita ha bloccato”.

LA QUESTIONE AZZERAMENTO. Il gesto della Celone avrà fatto tirare sicuramente qualche sospiro di sollievo a chi, come i dirigenti PD, si erano ‘impantanati’ sulla questione azzeramento. Piuttosto che politica, le parole d’ordine usate fino a qualche mese fa per giustificare la ‘cacciata’ di tutti gli assessori si rifacevano ad un vecchio adagio napoletano che, tradotto in italiano, fa più o meno così: “Quando la morta è comune, è una mezza allegria”.

A questo miravano i Dem per alleviare i mal di pancia che, invece, non sono mancati. Prima Savarese, poi la Celone hanno rovinato i piani di chi voleva far passare sotto silenzio l’avvicendamento con nuovi assessori politici. Ma non solo loro. Anche il niet di Nuovo Centro a cambiare Russo e Di Palma ha fatto storcere il naso. Sostituire ‘solo’ Irlando, Iavarone e Celone, per inserire nomi più congeniali alle logiche partitiche, poteva risultare poco giustificabile agli occhi della città.

QUESTIONE PD. Sembra una frase fatta che di tanto in tanto torna di moda. Eppure dopo “anche all’epoca c’era Ricciardi”, scritta ieri proprio dall’ex assessore, si ripresenta con maggior impeto la questione degli equilibri PD sull’attualità cittadina.

L’ingresso in massa dei Casilliani ha modificato il Partito. Prima il rimpasto del direttivo, disegnato su carta per essere certi di mantenere equilibri: 2 a Civaro, 2 a Sica, 5 a Macera, a Lucibelli e a Ricciardi ed 8 all’area Casillo. Poi l’azzeramento della segreteria e dei vertici dei forum.

In tutto questo scenario, l’uscita dalla giunta dei due professionisti potrebbe facilitare il lavoro di riequilibrio, spingendo verso un ‘mini rimpasto’ che farebbe meno scontenti. Sulle sedie vacanti potrebbe sedersi un nome vicino all’area Casillo e uno espressione del duo Vitiello-Gallotta.

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