All’età di 90 anni è venuto a mancare Dario Fo. Attore sommo e immenso drammaturgo. Ma anche regista, scenografo, impresario, scrittore e pittore. I suoi problemi polmonari purtroppo l’hanno sopraffatto.

L’uomo di sinistra fuori dal coro, il militante senza bandiere. Il giullare che si fa beffe del potere, il Nobel che fa infuriare gli intellettuali scornati. Famosissimo per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l'impegno politico di sinistra.

Con la moglie Franca Rame, scomparsa nel 2013, fu tra gli esponenti del Soccorso Rosso Militante. Era ricoverato da 12 giorni all’ospedale Sacco di Milano per problemi polmonari ed i familiari erano stati avvisati dai medici dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute nelle ultime ore. Ha lavorato e dipinto fino all' ultimo. Pochi giorni fa aveva fatto nella sua casa milanese una conferenza stampa per il suo nuovo libro "Darwin".

Solo lo scorso marzo la sua Milano - la città che lo aveva adottato, lui nato a Sangiano, paesino in provincia di Varese, il 24 marzo 1926 - aveva celebrato i suoi 90 anni con una festa pubblica.

La notizia della sua morte è arrivata in mattinata. Il presidente del Consiglio Renzi scrive, in una nota: "Con Dario Fo l'Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l'eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano".


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