Portici resta umana” è l'appello lanciato dai cittadini, dai giovani, dagli studenti, dalle associazioni di volontari sul territorio che hanno deciso di schierarsi contro la politica dell'odio, del razzismo e della xenofobia che attraversa l'Italia di questi giorni. L'appuntamento è venerdì 6 luglio alle ore 18 in via Bernini, area antistante il II Circolo Didattico: promotori dell'evento sono Franco Sulignano e Pina Sorrentino, con il patrocinio del comune di Portici, si susseguiranno una serie di testimonianze sul tema.

Questo il manifesto:

1) Chiediamo a tutti i Paesi dell’Unione Europea di fare la propria parte per garantire equa condivisione della responsabilità dell’accoglienza ai migranti;

2) E’ urgente cambiare il Regolamento di Dublino nella direzione già indicata dal Parlamento Europeo e aprire vie legali e sicure per l’accesso ai migranti in tutti i Paesi dell’Unione Europea;

3) Bisogna praticare un’altra idea di cooperazione, non come aiuto allo sviluppo ma in quanto laboratorio per cambiarlo profondamente; strumento per creare reti internazionali di pratiche innovative che contribuiscono alla rivoluzione politica, culturale; leva dei processi di partecipazione; mezzo per accrescere le potenzialità degli scambi economici, commerciali, formativi e solidaristici;

4) Adoperiamoci per un nuovo modello di sviluppo sostenibile che rompa le disuguaglianze; difenda i beni comuni: acqua, terra, risorse materiali; promuova una rinascita che salvaguardi i territori dei Paesi dei migranti;

5) Conosciamo i fratelli e le sorelle migranti? Profughi climatici; persone che subiscono il furto della terra; persone abbandonate nel deserto del Sahara senza acqua e cibo. Tutti sfuggono dalla miseria, dalla carestia e dalle guerre. Sono i rifugiati che arrivano sulle nostre spiagge chiedendo asilo. Sono decine di migliaia di morti, tra cui donne incinte e bambini, annegati nelle rotte marine Africa – Europa del Mediterraneo e dell’Atlantico;

6) Per una società multiculturale, per la convivialità delle differenze, per una identità sostenibile dove le storie, le culture, gli sguardi degli altri popoli sono una opportunità di crescita comune;

7) No ad un clima di intolleranza, razzismo, xenofobia, egoismi e ad un’Italia incattivita e rancorosa.

I manifestanti dicono sì ai diritti umani, alla reciprocità, al valore della dignità umana delle persone, al rispetto delle diversità culturali, al diritto d’asilo, ad una società con i “diritti colorati” dove gli uomini e le donne che nascono e vivono liberi e uguali nei diritti e nei doveri, possano promuovere insieme comunità aperte attraverso il riconoscimento, lo scambio multiculturale e l’arricchimento reciproco.

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