Le luci a via Fontanelle: la risposta del quartiere all’abbandono
Gli abitanti al confine tra Pompei e Castellammare hanno organizzato una serie di iniziative nonostante il disinteresse dei due Comuni
09-12-2015 | di Raffaele Perrotta
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Una richiesta protocollata al comune di Castellammare di Stabia dalla ditta che ha provveduto ad installare le luminarie. Le spese di affitto (2.800 euro più iva) e di corrente elettrica, invece, tutte a carico dei cittadini e dei commercianti che si sono autotassati. È un’iniziativa che hanno messo in campo i cittadini di via Fontanelle, la strada ‘periferica’ di Pompei.
Un caso che trova spiegazione nell’abbandono atavico di questa parte della città, come di altre zone periferiche. Un simbolo, quello del comitato di quartiere, che con l’avvento del Natale prova a far dimenticare i problemi mai risolti di quella striscia di confine troppo spesso abbandonata a se stessa.
“Gli amministratori agiscono come se la città finisse a via Ripuaria o anche prima, concentrando le loro attenzioni al centro cittadino”, dice Franco Alfano, presidente del comitato ‘Via Fontanelle’ e da anni impegnato su diverse questioni, come i continui allagamenti che subisce la zona anche quando non piove. “L’anno scorso – continua - abbiamo provveduto sempre noi con le luci ed, inoltre, abbiamo organizzato una serata con tutti gli anziani del quartiere, sponsorizzata dai commercianti e dai residenti. Questa estate, invece, abbiamo organizzato un torneo di calcio per il quale avevamo chiesto il contributo dell’Ente. Sa cosa mi hanno risposto? – chiede – Al massimo possiamo conferire il patrocinio morale”.
Storie che si intrecciano con i malanni del territorio mai affrontati in maniera decisa dalle amministrazioni che si sono succedute sui due Comuni. Le fogne sono il caso simbolo: pochi minuti di pioggia e via Fontanelle diventa un fiume in piena, come spesso abbiamo documentato con foto e video. “Ci stiamo lavorando da tempo con i diversi Enti spero che i risultati si vedano a breve. Sta di fatto – conclude – che a Palazzo De Fusco non hanno mai impugnato la questione provando a risolverla”.
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