Le mani del clan D’Alessandro sulla movida di Sorrento, i giudici dimezzano la pena a Giuseppe Esposito. E’ la decisione della Corte d’Appello nei confronti del giovane ragazzo di Sorrento imputato di estorsione aggravata dalla minaccia e dall’uso di armi, lesioni personali gravi, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

In primo grado Esposito è stato ritenuto responsabile di tutti i reati contestati e condannato alla pena di cinque anni di reclusione. I giudici della Corte di Appello, invece, hanno condiviso appieno le argomentazioni svolte dal suo avvocato, Antonio Iorio del Foro di Torre Annunziata. I giudici hanno escluso l’aggravante del metodo mafioso per aver agito usando la forza intimidatrice derivante dal legame dello stesso con il clan D’Alessandro. Escluse anche le altre aggravanti contestate, così riducendo della metà la pena applicata in primo grado.

Ha quindi ottenuto la riforma della sentenza e l’applicazione di una pena mite di due anni e mezzo di reclusione, con esclusione di tutte le pene accessorie applicate in primo grado.

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