Palazzo Fienga era "incompatibile con il soggiorno degli esseri umani", ma fu anche il luogo di partenza usato dai Gionta nella spedizione dell'omicidio Merlino, così come in tanti altri: per questo è stato sequestrato. La conferenza delle 12, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata, spiega così l'intreccio di motivi storici, addirittura trentennali, che hanno portato allo 'spettacolare' sgombero odierno dell'immobile di via Bertone. 

Il Procuratore Alessandro Pennasilico evita toni trionfalistici, usando invece il profilo basso per il disagio degli sfrattati: "Non celebriamo una vittoria - esordisce nei nuovi locali al secondo piano del Palazzo di Giustizia - ma solo il frutto di una straordinaria unità di intenti e di sinergia anche con la Questura di Napoli, i Comandi provinciali delle forze dell'ordine e la DDA. Pure la volontà del sindaco Starita, oggi, è stata fondamentale. La città intera ora si prenda la responsabilità di curare il suo territorio". Chiaro il riferimento di Pennasilico ai danneggiamenti provocati dal sisma dell'80, così come alla "approssimazione" complessiva per non aver mai eseguito, in oltre 30 anni, le 6 ordinanze di sgombero del Palazzo, emesse dopo circa 40 denunce di dissesto tra crolli parziali, caduta di calcinacci ed infiltrazioni d'acqua. Per questo tutti gli occupanti ed i propietari delle oltre 70 case, adesso vuote, sono iscritti nel registro degli  indagati (i secondi per non aver effettuato i lavori di messa in sicurezza, richiesti con l'ultima ordinanza comunale dello scorso 15 settembre). 

"I Gionta non finiscono oggi, vivono solo un momento di grande difficoltà - commentano all'unisono il Procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, e l'aggiunto Filippo Beatrice". Dichiarazioni che allertano sull'immediato futuro: "In qualsiasi territorio - continuano - c'è sempre il rischio che i clan si rigenerino, sfruttando connivenze di qualsiasi tipo, non solo situazioni di disagio sociale". Nella lunga conferenza stampa i successivi interventi del Questore di Napoli Guido Marino, del Colonnello dei Carabinieri Antonio De Vita, e del Generale della Finanza Salvatore Tatta, sottolineano tutti "l'importanza della sintonia di obiettivi a differenti livelli istituzionali".

Palazzo Fienga, intanto, resta presidiato da Polizia e Carabinieri. "Il suo futuro? - conclude il Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico - . Per una decisione definitiva occorrerà tempo. Non escludo la possibilità di una confisca".  

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