Il ricordo delle quattro Giornate di Napoli torna alla memoria nel libro del Presidente Provinciale e Coordinatore Regionale ANPI Ciro Raia “Le quattro giornate di Napoli (quasi un diario)". Il volume presentato in Villa Fernandes di Portici il bene confiscato alla camorra, appartenente all’Associazione “Libera” presieduta dal Presidente Leandro Limoccia in preparazione del 25 aprile, per il suo cammino di libertà sui passi della Costituzione.  

Presenti con l’autore numerosi cittadini, associazioni, docenti e studenti, Alessandro Caramiello, Deputato della Repubblica Italiana, Gianni Cerchia Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi del Molise, Cetara Gennaro, figlio di Alberto deportato in Germania e Roberto Fico già Presidente della Camera dei deputati.

Torna cosi l’indimenticato evento che partito da  Napoli  dette origine alla liberazione del  sud  Italia dall’occupazione nazifascista e dall’esercito tedesco e le sue violenze. Questo libro smentisce in parte quella visione nord centrica della storia che assegna al nord tutta una serie di operazioni per cui anche la resistenza sarebbe resistenza del nord. Ciro Raia spiega che aveva quindi  la necessità di  far sapere che la resistenza è partita dal mezzogiorno in particolare da Napoli con una eco così importante per tutta una serie di fatti. Badoglio disse nel firmare l’Armistizio: “…la guerra continua….”  e allora Napoli rispose  “… ora basta….”.

E così cominciò l’eroica epopea delle quattro  giornate di cui Napoli fu teatro di scontri, strada per strada, quartiere per quartiere, e la Resistenza partigiana si unì alla lotta di un intero popolo povero, disperato, abbandonato alla sua fame, umiliato, stanco, prigioniero dei nazifascisti che avevano ricevuto l’ordine di ridurre Napoli  a «fango e cenere», come riportato nel libro di Raia.

L’autore racconta della sua necessità di andare a scoprire in questo segmento di storia dei nomi che sono stati dimenticati essendo stati mantenuti accesi i riflettori solo attorno a determinati nomi che sono sempre gli stessi quasi depotenziando le importanti azioni di tutti  nelle quattro giornate e narrando la storia sempre in un certo modo e mantenendo l’attenzione prevalentemente sul ruolo degli scugnizzi.

Nessuno ha messo in evidenza, spiega ancora Raia con un pò di rammarico, tantissimi altri nomi che abbiano avuto una importanza essenziale per la partecipazione alla lotta di liberazione  professori, medici, casalinghe, femminielli, tutte le categorie possibili e immaginabili.  “Mi sembrava quindi opportuno, parlare di quelle quattro giornate – spiega l’autore  – entrando prima con un preambolo  di tutto quello che la città di Napoli aveva sofferto, oltre 100 bombardamenti, la distruzione della città, la fame, la sete, la vita nei ricoveri e 20 mila morti tra cui tanti bambini e donne che sono passati sotto silenzio“.

Pertanto, l’interessante libro di Raia diventa  importante anche per due motivi: 1) ha il valore e il coraggio di sostenere come nessuna rivolta popolare sia stata così negata e minimizzata; 2) afferma la verità storica che  anche il Meridione è stato protagonista della Resistenza la quale non è stata appannaggio solo del Nord d’Italia. Infatti Raia scrive: "Le Quattro Giornate… appartengono alla storia d’Italia “.

Ciro Raia ha corredato  infine il suo libro di una serie di fotografie  e ne ha citato in particolare una di  Eduardo De Filippo davanti alle macerie del suo teatro San Ferdinando, e l’altra una delle torri del Maschio Angioino con un lungo squarcio verticale  come un cuore spaccato a metà proprio come la  città  aveva sofferto. Infatti, alla città di Napoli fu concessa la Medaglia d’Oro al Valore  e  nella motivazione si legge: "Con il suo glorioso esempio additava agli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria".

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