Cosa avrebbe perso la Giustizia Italiana se  Giandomenico Lepore  si fosse iscritto all’Istituto Navale per diventare commissario di bordo. Era ciò che voleva fare appena diplomato al liceo, ma per fortuna non è andata così.

Così si è raccontato l’ex procuratore nell’aula consiliare del comune di San Giorgio a Cremano, dove sono tornati ancora una volta gli studenti delle quarte e le quinte del Liceo Scientifico Carlo Urbani nell’ambito del "Progetto Legalità".

Accolto da una assoluta attenzione dei giovani, l'ex Procuratore della Repubblica di Napoli, uomo e magistrato eccezionale, disponibile, colto e deciso ha discusso di giustizia, di beni confiscati raccontando le tante esperienze vissute durante il suo mandato e per anni impegnato contro la criminalità e nella lotta alla camorra che l’ha portato a diventare un  profondo conoscitore dei Paesi Vesuviani.

Dopo le aule di tribunale, la sua battaglia oggi, in pensione, continua nelle scuole dove porta la cultura della legalità e con essa di civiltà e rispetto, dedicandosi  al sociale e sostenendo proprio a Scampia nell’area più difficile della Campania una cittadella dello sport voluta e curata da Gianni Maddaloni.

L’incontro ha dato la possibilità agli studenti di confrontarsi con un personaggio di primo piano della storia giudiziaria e civile italiana degli ultimi decenni e di ricevere una lectio magistralis da un Procuratore come  Lepore che ha servito lo Stato in terra di frontiera. E’ stata per i giovani studenti sangiorgesi  un’occasione per raccogliere esperienze e avere risposte educative necessarie per diventare la futura classe dirigente.

"Tra i nostri obiettivi primari - spiega il sindaco Giorgio Zinno - vi è sempre stato quello di costruire con i giovani di San Giorgio a Cremano percorsi mirati alla conoscenza della legalità e della giustizia. Nella settimana dedicata alla legalità, abbiamo prima intitolato l'aula consiliare al grande Aldo Moro, martire ed esempio di democrazia e ora abbiamo l'ex Procuratore Lepore per un incontro con i nostri ragazzi. Su di loro occorre investire  attraverso un processo partecipato e condiviso di sensibilizzazione e socializzazione".

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