Libera si interroga sul futuro di Palazzo Fienga
L’associazione torrese, intitolata a Pastore e Staiano, approva il comunicato di Del Gaudio e detta delle misure per contrastare la povertà
05-02-2015 | di Redazione
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Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, Presidio di Torre Annunziata “Raffaele Pastore e Luigi Staiano”, riunita in assemblea il 3 febbraio 2015, all’unanimità concorda pienamente con il comunicato del referente Michele del Gaudio del 28 gennaio scorso sullo sgombero dell’antico palazzo.
La vicenda, se da una parte dimostra che le autorità, se vogliono, hanno gli strumenti per bonificare i territori di camorra, dall’altra coinvolge bambini, anziani, donne che vengono allocati in sistemazioni di “fortuna”: non lasciamo che conoscano solo il lato violento delle istituzioni, ma facciamo in modo che abbiano risposte efficaci, assieme a tutti coloro che attualmente vivono esperienze di povertà, in qualsiasi forma.
Dal 17 gennaio scorso abbiamo iniziato in città la campagna “Miseria Ladra” proprio contro la povertà. La camorra la produce e la sfrutta. Non è sufficiente il cosiddetto “pacco” con alimenti e indumenti, ma un ben più ampio ventaglio di interventi. Ecco perché privilegiamo proposte e richieste concrete, in particolare al comune, ma anche ad area metropolitana, Asl, Regione, nell’ambito delle rispettive competenze:
- Costituire un coordinamento cittadino delle iniziative, attualmente disorganiche, contro la povertà non solo materiale, ma anche come solitudine, mancanza di valori, evasione scolastica, dipendenze, rapporti familiari difficili, disoccupazione, difficoltà sanitarie e scolastiche, assenza di una casa.
- Organizzare un nucleo per la raccolta serale dei residui alimentari ancora genuini presso gli esercizi commerciali disponibili, per consegnarli alla mensa dei poveri e a nuovi centri di smistamento;
- Incrementare nei propri bilanci la spesa sociale pro-capite;
- Sospendere l’esecutività degli sfratti per “morosità incolpevole” e negoziare soluzioni abitative alternative;
- Rendere esigibile il diritto a una residenza per i senza fissa dimora, quantomeno nominale o “fittizia”, in modo da consentire loro prestazioni sanitarie e sociali;
- Mettere a disposizione il patrimonio immobiliare sfitto per finalità sociali, senza ledere diritti, ma facendo incontrare le esigenze abitative, sociali o lavorative, con la rendita proprietaria;
- Destinare ad abitazioni tutti i fabbricati di proprietà pubblica, anche attraverso riconversione, modifica della destinazione d'uso, ristrutturazione; allargare il progetto a tutti gli immobili dei privati disponibili all’operazione;
- Favorire tutte le forme di economia civile e sociale allo scopo di difendere, valorizzare e potenziare i beni comuni.
Quanto alla enorme spesa di 5.000 euro al giorno che il comune sta sostenendo, evitabile con una efficace programmazione, evidenziamo che fra i proprietari ci sono vittime di delinquenti, che si sono impadroniti dei loro immobili senza versare mai il canone. Sarebbe quindi opportuna una rigorosa selezione fra i proprietari e gli occupanti per stabilire chi citare in giudizio, altrimenti si continuerebbe a favorire i camorristi, dopo averli lasciati in pace per più di trent’anni.
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