Licenziato con un comunicato stampa diffuso prima che gli venisse notificato il provvedimento ufficiale. Tutto a causa di un alterco con un superiore per una storia di permessi per allattamento di una dipendente. E' la vicenda - che riguarda un rappresentante sindacale Eav - portata alla luce da un'interrogazione a risposta scritta del consigliere regionale della Lega, Severino Nappi, e indirizzata al presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca.

A renderla nota è lo stesso rappresentante della Lega. "Il 5 maggio - spiega Nappi - risulta trasmesso alla stampa, e poi pubblicato su alcune testate giornalistiche, un comunicato a firma dell'Eav srl, col quale detta società ha reso noto di aver dovuto procedere al licenziamento di un proprio dipendente sul presupposto che questi avrebbe tenuto un atteggiamento inurbano nei confronti di un superiore, senza peraltro mai scusarsi successivamente della propria, incresciosa, condotta. A seguito di successive note a firma di alcune organizzazioni sindacali, è emerso che il provvedimento di licenziamento in questione sarebbe stato reso noto alla stampa addirittura prima di essere comunicato al suo destinatario". Nell'interrogazione si precisa "che il lavoratore rivestiva funzioni di rappresentante sindacale e che la vicenda che ha condotto al grave provvedimento aziendale si sarebbe verificata, ad avviso delle organizzazioni sindacali, nel corso di una discussione, dai toni alterati, insorta tra il lavoratore e il responsabile delle risorse umane per la concessione di permessi di allattamento ad un'altra dipendente, da questo assistita sindacalmente''.

Per tali motivi, nella sua interrogazione Nappi chiede al governatore De Luca non solo se le informazioni rese dai sindacati corrispondano al vero, ma ''se il Presidente della giunta regionale condivida la linea di condotta assunta dalla società per la quale, laddove il confronto sindacale assuma toni aspri e sfoci anche in espressioni 'forti', questa reputa di utilizzare, nei confronti di sindacalisti che siano anche dipendenti, gli strumenti e i poteri propri del rapporto gerarchico insito nel contratto di lavoro subordinato in luogo di quelli consueti della pur dura dialettica sindacato-azienda'' e se ''corrisponde al vero che, poco tempo dopo i fatti, l'azienda abbia effettivamente accordato alla lavoratrice interessata i permessi richiesti dal sindacalista e perché sino a quel momento non si era provveduto".

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