TORRE ANNUNZIATA. “Cosa ci ha spinto a chiedere, a Roma, di fare ‘luce’ sull’omicidio Veropalumbo? Non è normale sparare con armi da fuoco in strada, pensando di rimanere impuniti”. Giuseppe ‘Pippo’ Civati, leader di ‘Possibile’, il partito che di recente ha accolto un mix di dissidenti del Pd e dei 5 Stelle, così commenta l’interrogazione parlamentare, presentata da dieci componenti del Gruppo ‘Alternativa libera-Possibile', e relativa al nuovo stop all’inchiesta sul delitto di 9 anni fa dell'operaio di Torre Annunziata (vedi link correlato, ndr).

Tra i primi firmatari del testo, ora all’attenzione dei ministri dell’Interno e della Giustizia, Angelino Alfano e Andrea Orlando, due ex ‘Dem’: Civati, appunto, e l’Onorevole Andrea Maestri. “Solidarizziamo con tutte le vittime di reati – continua il segretario di ‘Possibile’ - soprattutto quando i superstiti sono donne che restano sole a crescere figli senza un padre. Come la piccola che era coccolata fra le braccia del papà quando un proiettile glielo ha ucciso”.

L’ultimo riferimento di Civati è a Ludovica. Oggi ha 10 anni, è viva quasi per miracolo. Ludovica il 31 dicembre 2007 aveva soltanto pochi mesi, era in casa in braccio al padre, quando una pallottola esplosa in strada da ignoti, per ‘festeggiare’ il Capodanno, forò gli infissi della finestra, raggiungendo infine la vena aorta di papà Giuseppe. Morto sul colpo. La vedova Veropalumbo, Carmela Sermino, ha sempre definito suo marito come una vittima innocente della camorra.  

Le indagini sull’omicidio, dopo una prima archiviazione disposta nel 2013, erano state riavviate dalla testimonianza ‘de relato’ dell’ex killer ora pentito del clan Gionta, Michele Palumbo ‘munnezza’. Ma riscontri estrinseci nulli. Per la legge, insomma, è troppo poco: archiviazione-bis con chiusura del secondo fascicolo, riaperto in Procura a carico di un 38enne torrese indagato per omicidio preterintenzionale.

"Rispettiamo autonomia e indipendenza della magistratura, ma da rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni vigiliamo perché sia fatta giustizia, fino in fondo. Nessun doppio binario – conclude Civati - . Si seguano le norme del codice di procedura penale e si faccia tutto il possibile per individuare i responsabili”.

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