TORRE ANNUNZIATA. "La parola camorra, qui, ora non fa più paura. Quando il 6 ottobre 2014 giunsi a Torre Annunziata per guidare il commissariato, invece, avevamo il coraggio di pronunciarla in pochi: forze dell'ordine, sindaco e magistrati. Oltre a due bravi presidi in qualche scuola di frontiera".

Così il primo dirigente della polizia di stato, Vincenzo Gioia (in foto), 31 mesi e circa 120 arresti dopo il suo arrivo in città, può tracciare un primo bilancio. Una intervista a tutto tondo che, oltre ai meri numeri ed alle statistiche - arricchite da quasi 50 controlli e perquisizioni giornaliere svolte nei rioni del degrado, dal Penniniello al Quadrilatero Carceri - aiuta a comprendere il cambiamento della scena del crimine cittadino, sfiorando pure temi più profondi. Dal profilo quasi sociologico.

- La città ha risposto al segnale lanciato dalla Procura e dalle forze dell'ordine. Dove, a suo giudizio, la svolta?

"Lo sgombero di Palazzo Fienga, nel gennaio 2015, ha rappresentato il messaggio chiave. Lo Stato, quella notte, attraverso la piena sinergia tra le diverse istituzioni in campo, si è finalmente riappropriato di un territorio inaccessibile, da sempre simbolo dei clan, sinonimo di camorra. Quella notte, i 700 militari impegnati nello sgombero sapevano tutti, perfettamente, cosa fare e quando muoversi. Lì, forse, molti cittadini hanno scelto davvero da che parte stare".

-  Dal suo arrivo a Torre Annunziata la criminalità locale sembra aver mutato 'pelle'. In che senso?

"Giunsi da Lodi incaricato di una missione specifica: combattere lo spaccio di droga e il racket. Le richieste estorsive, in città, erano ingenti: fino a mille euro al mese. Entrambi i fenomeni, oggi, hanno lasciato spazio soprattutto all'usura gestita anche da ragazzini. E' lì che si annida il nuovo pericolo. Una diversa fonte di guadagno, più subdola, ma certamente redditizia. Purtroppo, nonostante gli sforzi delle associazioni impegnate sul territorio, i miei poliziotti non hanno ancora raccolto alcuna denuncia".

- Una camorra due punto zero, insomma, con protagonisti differenti all'orizzonte ed alle prime armi.

"La novità è rappresentata indubbiamente dal cosiddetto 'terzo sistema' di camorra. Sistema che, attraverso la collaborazione tra tutte le forze dell'ordine, il Procuratore Alessandro Pennasilico e l'Aggiunto Pierpaolo Filippelli, reputo non annientato, ma quantomeno indebolito. Attenzione, però, a definire i protagonisti di questo sistema come i 'rampolli', i semplici 'uaglioni' dei Gionta o dei Gallo-Cavalieri. Così facendo, rischiamo di fare il loro gioco. 'Uaglione' è un termine dal sapore quasi paternalistico, ma l'humus della loro estrazione è sempre lo stesso. Definirli 'ragazzini' serve solo a sminuirne il dna e la potenzialità criminale. Potenzialità che resta immutata".

- Reati differenti e criminali giovani. Poi?

"Anche la strategia della camorra è cambiata. Adesso, i clan utilizzano una tecnologia all'avanguardia. Ricordo benissimo una recente operazione svolta in zona sud. Era il 15 settembre e con diversi uomini facemmo irruzione in un palazzo: cercavamo cocaina. Buttata giù la porta d'ingresso, notai un sistema di telecamere di sorveglianza mai visto prima. Ce n'erano 7, murate, perfettamente funzionanti, collegate tra loro da 40 metri di filo. Quelle telecamere anti-blitz erano microscopiche, attaccate in pratica al citofono interno di casa. Non so davvero come riuscimmo a scovarle e sequestrarle".

- Un'ultima battuta sulla emergenza migranti. Soluzioni possibili?

"Il problema, nel Vesuviano, è particolarmente avvertito. Tra Torre Annunziata, Trecase e Boscotrecase, sono circa 200 i migranti ospitati in 3 diverse strutture d'accoglienza. In molti richiedono asilo politico e le lungaggini burocratiche di certo non aiutano. La creazione di una seconda Commissione ad hoc, che segue quella di Salerno e con sede a Caserta, ha snellito la tempistica, riducendola da 24 a 15 mesi. Ma molto ancora va fatto per assicurare a tutti un'assistenza adeguata. Personalmente condivido la proposta già avanzata da più parti: aprire sì le porte. Ma contingentandole alla soglia di due migranti per ogni mille abitanti".   

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