Il gol. E' mancato solo questo al Napoli nella drammatica notte di Anfield. Non una prestazione eccelsa, sia chiaro: gli azzurri hanno sofferto per lunghi tratti, hanno giocato a sprazzi ma non hanno demeritato al cospetto di un Liverpool sprecone che però, alla fine, si è dovuto aggrappare ad una prodezza del suo portiere, Alisson, in pieno recupero.

Fiammata di Salah. L'approccio è apparentemente buono. Il Napoli si mostra indifferente al canto della Kop che sovrasta l'inno della Champions. La prima chance, difatti, è tutta degli azzurri: Allan sul taglio di Mertens che legge l'inserimento di Hamsik, destro che accarezza il montante. I reds crescono alla distanza: pressano alto, vivono sui generosi disimpegni troppo spesso errati della mediana partenopea. Manè la sblocca ma è in fuorigioco, a destra Rui e Ruiz soffrono maledettamente le sfuriate di un indiavolato Salah. Poco dopo la mezz'ora è proprio l'egiziano ad inventare il guizzo vincente: spallata su Rui, si beve Koulibaly ed in uscita pizzica Ospina fuori dal proprio palo di competenza. Errore marchiano, si va al riposo sul minimo scarto.

Muro Alisson. Il Psg passeggia a Belgrado ed il Napoli risente di una situazione pressochè kafkiana: prendere o meno un altro gol non fa differenza, conta farne uno. Il peso di quel pallone da spedire in fondo al sacco lacera l'animo di una squadra che lentamente si sgretola anche per i guai fisici. Ruiz è il primo a farne le spese, seguito a stretto giro da Mario Rui; Albiol è piegato in due dalla fatica ma resta stoicamente in campo. I reds provano ad approfittarne ma sottoporta sprecano l'impossibile. Manè è la peggiore versione di se stesso, Ospina in almeno un paio di circostanze riscatta lo scivolone del primo tempo. Non senza fatica gli azzurri superano il momento critico e chiudono in crescendo. A dieci dalla fine la prima ghiotta chance: Insigne per Callejon, il solito taglio, seguito però dall'esito che non t'aspetti, col pallone spedito alle stelle dallo spagnolo, ancora a digiuno di reti in stagione. Finale palpitante: Koulibaly si stacca e va a dare man forte alla prima linea. Nel secondo minuto di recupero l'istantanea che condanna gli azzurri: fotogrammi di un controllo sontuoso di Milik e di un piazzato che sarebbe potuto essere ed invece non è stato per l'ostinata ostruzione di Alisson che salva i suoi, consegnando ai reds il pass per gli ottavi.

Maledetto 11 Dicembre. Qualcuno le chiamerebbe congiunzioni astrali, i segnali però di una serata storta c'erano tutti, fin dalle prime luci dell'alba. 11 dicembre 2013, azzurri fuori a 12 punti nonostante il 2-0 inflitto all'Arsenal: il pianto di Higuain per una vittoria tanto preziosa quanto inutile per il contemporaneo blitz del Dortmund a Marsiglia. Cinque anni dopo non sono arrivati i gol ma è sempre la differenza reti a condannare gli azzurri all'Europa minore.

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