Ho sparato per difendere la mia vita, non certo i miei soldi”. È nervoso Giuseppe Castaldo, dopo la mattinata da incubo culminata con l’uccisione dei due rapinatori, il commerciante di preziosi è rimasto un intero pomeriggio nella tenenza dei carabinieri di Ercolano.

Un lungo interrogatorio, alla presenza del pm Pierpaolo Filippelli, durante il quale l’uomo – visibilmente provato e ancora scosso, come afferma il suo legale – ha ricostruito svariate volte quella sequenza. Castaldo ha raccontato tutto per filo e per segno, cercando di far luce anche sui punti più oscuri della vicenda, quelli sui quali sono ancora in corso le indagini.

Ha spiegato che i rapinatori lo avrebbero seguito fino a quel parcheggio del negozio di detersivi, dove si è recato con un suo amico, subito dopo aver prelevato 5mila euro. Poi, la parte saliente delle dichiarazioni: “Mi hanno puntato una pistola al volto e mi hanno urlato dacci i soldi sennò ti ammazziamo”. Sarebbe, dunque, questa la ‘molla’ che ha fatto poi scattare la reazione della vittima.

Ma i dettagli sono tanti: l’arma dei due banditi si sarebbe inceppata (una pistola caricata a salve) proprio mentre uno dei due gli sfilava il portafogli. In quel preciso istante Castaldo avrebbe impugnato la sua pistola e avrebbe sparato contro i rapinatori, uccidendo entrambi. A puntualizzare ancora la delicata posizione del commerciante è il suo avvocato: “Aveva il porto d’armi dal 1975 e non lo aveva mai utilizzato né aveva subito rapine”. Una questione spinosa che potrebbe avere degli sviluppi anche nelle prossime ore, dato che ci sono ancora altri aspetti che l’Arma sta cercando di approfondire per avere un quadro ancora più chiaro dell’accaduto.

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Catturato l'ultimo complice

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I nomi dei rapinatori

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Uccisi due rapinatori