“Immagino la mia vita lontano da Torre Annunziata”. La vita di Maria Adriana Cerrato è stata inevitabilmente sconvolta la sera dello scorso 19 aprile. Quattro belve hanno ucciso suo padre Maurizio per una banale lite di parcheggio. Una vicenda che ha fatto emergere un triste quadro di paura e omertà a Torre Annunziata. La giovane ha assistito alla barbara fine del suo amato papà e ha raccontato a LoStrillone.tv la sua tragedia dinanzi a sua madre Tania che è un fiume di lacrime.

Quanta rabbia c’è nel pensare che c’è stato chi ha addirittura cancellato le prove di quelle ore terribili per tuo madre?

“Non è quantificabile. A volte bisogna mettersi nei panni degli altri. E nessuno si mette nei miei. Potevo non farcela e non ricordare determinate cose. Non è stato il mio caso perché sono riuscita a ricordare tutto. Ma se ci fosse stata una prova, probabilmente non avrei nemmeno dovuto parlare”.

In questi mesi tanta vicinanza, ma lei è stata anche vittima dell’odio social. Quanto ha fatto male leggere certi commenti?

“Io dovevo canalizzare la mia rabbia in qualcosa. A distanza di qualche mese sono andata a leggere quei commenti per potermi arrabbiare senza fare del male a nessuno. E ho pensato di farlo nel modo più stupido. Purtroppo mi sono abbassata al loro livello rispondendo. Ma io avevo bisogno di una strada semplice e ho trovato questa”.

Addirittura c’è chi vi ha accusato di esservi arricchiti sulla morte di suo padre…

“Sarei dovuta essere alle Maldive se fosse accaduto. Non prenderemo mai un centesimo, se ho fatto questo è perché le persone devono sapere cos’ha fatto mio padre”.

Prima o poi sarà fatta giustizia, ci auguriamo, per Maurizio. La sua vita futura la immagina ancora a Torre Annunziata?

“Attualmente vorrei tanto immaginarla lontano da qui. Ho ancora quella mia piccola famiglia e se il mio futuro dovesse essere nei dintorni lo accetto. Ma da 5 mesi a questa parte non esco più a Torre Annunziata. Cerco di non passare in certe strade. Mi infastidisce la compassione e ho un rifiuto per determinati tipi di volti. Alcuni mi guardano con faccia rabbiosa senza alcun motivo. E io non ci voglio stare in una città del genere. Le persone qui si girano dall’altro lato, non c’è progresso. Noi probabilmente andremo via e crescerò assieme a mia sorella Andrea con delle speranze. Mentre gli altri resteranno in una città che è destinata a morire purtroppo. Io adoravo Torre, come mio padre, ma me l’hanno fatta odiare”.

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