“Come testimone diretto, confermo il dubbio sulla libertà del capo dell'amministrazione della Città di Pompei”. Quelle di Vincenzo Sica, ex assessore di Pompei nella prima giunta Uliano, non sono parole ripescate dagli articoli usciti nei primi giorni dopo il benservito del sindaco. Tutt’altro. È un commento sui social fatto poche ore dopo il primo consiglio comunale, quello del 30 settembre, che inaugura la nuova del governo della città: quella del pareggio numerico tra maggioranza e minoranza, otto consiglieri per parte.

Dopo il record del cambio di assessori, tra i pochi in Italia a cambiarne in media uno al mese, il sindaco della città mariana potrà fregiarsi d’ora in poi di essere l’ago della bilancia di tutte le votazioni nella pubblica assise. Ma, cosa ben più grave che gli recriminano ormai tutti gli ‘ex’, è che “fin dall’inizio del suo mandato, ogni sua decisione è subordinata a pareri vincolanti espressi dai suoi amici e non dai consiglieri”.

Un’accusa, questa, mossa al capostaff Alfredo Coppola proprio da Sica, per primo. Nel corso dei mesi, poi, bisbigliata di frequente nei corridoi di Palazzo De Fusco, fino ad oggi quando i ‘dissidenti’ l’hanno persino messa nero su bianco in un documento-denuncia che hanno letto in consiglio prima di abbandonare l’aula.

Ha parlato di azzeramento della giunta per inserire persone di alto spessore. Un’offesa gratuita per coloro che ancora oggi sono in giunta. Eppure, l’unico che ha reagito è stato Amitrano che è andato via ormai sdegnato”. È un controsenso lampante tra le parole, quelle che parlavano di azzeramento, ed i fatti, una sostituzione con il nuovo assessore Desiderio, che è subito rimarcato dal trio dei consiglieri che sono andati ad arricchire le fila dell’opposizione: Luigi Ametrano, Carmine Cirillo e Stefano De Martino.

Il sindaco dice che non è sotto ricatto: si sbaglia – esclama Maria Padulosi – Da questo momento in poi ogni singolo consigliere lo può tenere sulle spine ad ogni votazione”. Gli otto dell’opposizione si sono presentati ufficialmente alla stampa a margine del consiglio comunale, sventolando ancora le dimissioni firmate qualche giorno fa anche da Attilio Malafronte che in aula ha difeso la sua scelta.

Sfatiamo anche un altro mito: nessuno tra noi è in vendita”. Mette i puntini sulle i il consigliere Bartolo Martire, soffocando le tante voci che si sono rincorse in questi giorni e che fanno ancora eco a Palazzo. Cambi di casacca, ‘incoraggiati’ da un posto di assessore o anche di presidente del consiglio. “Il mercato è chiuso. Se Uliano ha rispetto per la città dovrebbe rassegnare le dimissioni”.

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