Torre Annunziata. I pescatori mi hanno preso dalla strada. Hanno voluto che portassi con loro la Madonna, davanti a tutti, per evitare polemiche e strumentalizzazioni. Ma anche per condividere insieme il mio gesto: da dieci anni, in Basilica, dono l’altare per la processione. Lo faccio in silenzio, per beneficenza, ma mi avete beccato e ve lo svelo. L’anno scorso ero in carcere, mandai la mia famiglia in chiesa. Finchè vivrò, sarà così. Lo scriverò anche nel mio testamento”. 22 ottobre 2015, Festa di Maria Santissima Della Neve: firmato Nazario Matachione. Un anno dopo.

Sono trascorsi dodici mesi da “quell’inchino”. La lunga sosta “incriminata” del quadro della “Vergine Bruna”, Patrona di Torre Annunziata, a Corso Umberto I. La strada principale, dei negozi e dello shopping. Lì, Nazario Matachione ha la più grande farmacia della città. L’imprenditore è in cella. Il “Comitato dei Pescatori” (i “portantini” del 22 ottobre) stoppa la processione. Intoccabile, da sempre. Lo fanno solo per lui. Per l’imprenditore facoltoso.

“In segno di solidarietà, perché Matachione è stato sempre disponibile con tutti e ha aiutato tante persone. Anche con le medicine” – spiegheranno l’inchino i pescatori nei giorni successivi - . Quelli della polemica infuocata anche col sindaco Giosuè Starita, che definì pubblicamente la sosta “fuori da ogni logica”. Matachione, scarcerato tre mesi dopo, seguì tutto per filo e per segno da Poggioreale.

“Lo appresi dai giornali il giorno dopo, faceva notizia – spiega oggi il “re delle farmacie” - . Pure in carcere arrivano, sapete? L’inchino? Un gesto di semplice rispetto, ma ora posso dire che fu un errore. Doveva restare riservato, chiuso nell’ambito della sfera privata. La beneficenza è un momento intimo. Anche l’anno scorso, soprattutto in cella, io pensai alla Madonna”.

Dodici mesi dopo Matachione porta il quadro di Maria in testa a tutti. Da Corso Umberto I fino all’angolo di via Fusco. Lascia la “Vergine” solo davanti alla sua seconda farmacia, acquistata sempre in centro, a Torre Annunziata. La “intoccabile” processione del 22 ottobre termina. Senza inchini e senza soste.

Matachione stringe mani, è felice, torna a casa. Parla al cellulare con la sua nuova compagna: “Arrivo, cosa avete preparato” le domanda. Ad aspettarlo in villa c’è anche Nazario Alessandro. Il suo terzo bebè, il primo maschio in famiglia, nato da dodici giorni. Nel testamento, forse, il babbo un giorno gli lascerà scritto “di donare sempre quell’altare alla Madonna”.

In foto, Nazario Matachione porta a spalla il Quadro

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