Mai più dentro. Cinque ex detenuti assunti e contrattualizzati nella cooperativa litografi vesuviani di San Giorgio a Cremano, grazie al progetto finanziato da Fondazione per il Sud.

Il carcere nella maggior parte dei casi incattivisce senza rieducare e riabilitare i detenuti. E’ partendo da questa tesi che i Litografi Vesuviani, cooperativa di San Giorgio a Cremano, ha portato avanti il progetto “Mai più dentro”, finanziato da Fondazione per il Sud, con cui ha assunto e contrattualizzato a tempo indeterminato 5 persone, ex detenuti con patologie psichiatriche.

A San Giorgio a Cremano, nella fonderia Righetti di Villa Bruno si è tenuto l’evento conclusivo del  progetto, con tutti i soggetti impegnati nel percorso di riabilitazione, tra cui le carceri di Poggioreale e Secondigliano, l’Ufficio territoriale UIEPE, l’ASL Napoli 3 Sud, l’ITC Carlo di Borbone, la Cooperativa  Consul Service, la cooperativa Lavori in Corsi. Presenti anche i protagonisti di questo progetto, che hanno raccontato il loro passato burrascoso e la loro reintegrazione. Attualmente vi è chi lavora come grafico, nel settore della stampa, chi negli orti sociali, chi come sarto.

Fondazione per il Sud è stata parte integrante di questo progetto, finanziandolo e sostenendolo anche in virtù di un protocollo d’intesa con Ministero della Giustizia e Anci, quindi ha ottenuto il coinvolgimento dei detenuti in progetti di pubblica utilità e volontariato ai fini di integrazione socio lavorativa dei rei con attenzione a individui affetti da patologie psichiatriche.

“In un'epoca in cui le carceri sono iper affollate levando molte volte anche la dignità umana a chi invece dovrebbe seguire percorsi di riabilitazione come dice la nostra Costituzione – ha detto il Sindaco Giorgio Zinno, presente all’evento -  il lavoro dato a ex detenuti con difficoltà psichiatriche, si configura come un traguardo socialmente importante e siamo particolarmente orgogliosi di contribuire all’operato della Cooperativa Litografi Vesuviani che è un’eccellenza italiana, presieduta da Ornella Scognamiglio.  Va da sé che anche la comunità ha la sua responsabilità in questo processo di riabilitazione; responsabilità che consiste nel superare il pregiudizio, come primo passo per garantire che gli ex detenuti possano essere considerate persone al pari degli altri, giudicati non per il loro passato, ma per le loro competenze e la loro volontà di riscattarsi”.

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