Quest’anno potremmo ritrovarci senza fiori freschi in occasione della festività di Ognissanti e le cose potrebbero andare ancora peggio a Natale. Il caro bolletta incide e non poco anche nella produzione florovivaistica in Campania tanto che Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani, non usa mezze misure: “Tanti consorziati stanno ipotizzando di fermare la produzione: costerebbe troppo e saremmo costretti a portare sul mercato fiori con costi esorbitanti, ed al danno, dell’aumento dei costi di produzione, si aggiungerebbe la beffa dell’invenduto”.

Ai forti aumenti delle materie prime, si aggiungono anche quelli dei costi dell’energia: “Solo nei mesi di luglio e agosto abbiamo già registrato un aumento del 100% dei costi in bolletta, percentuale destinata ancora a crescere nei prossimi mesi quando si intensificherà ancora di più l’utilizzo delle serre. Stimiamo che la produzione di fiori costerà ai floricoltori il 30% in più a causa dell’impennata dei costi, tanto che già oggi siamo costretti a produrre praticamente in perdita” - continua Malafronte.

"Rischiamo un vero e proprio tsunami che spazzerebbe via produzioni, aziende e metterebbe a rischio, solo in Campania, oltre 20mila posti di lavoro. Ci aspettiamo dalle istituzioni e dalla politica risposte concrete e immediate per evitare un ulteriore indebolimento di un settore da sempre eccellenza nazionale. La scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 20%” – conclude il presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani.

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