“Lasciata sola e uccisa per vendetta”. Sono questi particolari eloquenti sulle motivazioni dei giudici della Corte d’Assise di Napoli sulla condanna all’ergastolo di Francesco Tamarisco avvenuta lo scorso 21 dicembre. Il boss è stato ritenuto il mandante dell’omicidio di Matilde Sorrentino nel marzo del 2004 a Torre Annunziata.

“Mamma coraggio” aveva denunciato gli abusi subiti da suo figlio, che all’epoca aveva solo sei anni. Per ripulire la sua immagine Tamarisco ha armato la mano di un assassino, riconosciuto in Alfredo Gallo, condannato in via definitiva.

Matilde Sorrentino, come detto, fu lasciata sola. Dopo aver denunciato fu lasciata sola. “Per questo – secondo la Corte- le indagini furono molto difficili”. Un clima di omertà, visto ancora oggi a Torre Annunziata, con l’omicidio di Maurizio Cerrato.

Poi grazie alla riapertura del caso da parte del pm Pierpaolo Fillippelli, dopo 14 anni dall’assoluzione in appello di Tamarisco, qualcosa è cambiato.

Le testimonianze di decine di pentiti hanno inchiodato il boss, chiudendo fine al “processo dell’omertà”. “Per lui era inaccettabile essere stato coinvolto in un processo per pedofilia”. Si legge nelle 122 pagine di motivazioni.

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