Maria D’Ambrosio, morta in sala parto. Il pm: “Non fu colpa dei medici”
“Imprevista cardiopatia dopo convulsioni” a causa del decesso. L’accusa chiede al giudice di archiviare ginecologo ed infermieri
09-02-2016 | di Salvatore Piro
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TORRE ANNUNZIATA. “Maria D’Ambrosio morì durante il parto per un’imprevedibile cardiopatia dopo gravi convulsioni: nessuna colpa di medici ed infermieri”. Il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Antonella Lauri, ha chiesto al giudice l’archiviazione per i 7 componenti dell’equipe dell’ospedale “Sant’Anna” di Boscotrecase, accusati di concorso in omicidio colposo per la morte della 37enne di Torre Annunziata Maria D’Ambrosio e del feto che la notte del 12 novembre 2014 portava in grembo: quello della piccola Francesca, la bimba mai nata nonostante un disperato taglio cesareo.
I risultati dell’autopsia, svolta sui due corpi tre giorni dopo il decesso, hanno spinto il pm a non richiedere il rinvio a giudizio a carico del ginecoloco Angelo Mascolo, del responsabile del reparto di ginecologia dell’ospedale Luigi Lacchi (assistiti dall’avvocato Fabio Ferrante) e di Domenica Porzio, Emilio Sorrentino, Carmela Fabozzo, Floriana De Fazio e Cesare Serra (difeso dall'avvocato Elio D'Aquino). Tutti in sala operatoria, anche ostetrica ed infermieri, nella maledetta notte tra l’11 e il 12 novembre 2014.
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Il feto morì intorno alle 22:50 “prima dell’estrazione dall’utero, per un’asfissia acuta causata dalle gravi crisi convulsive che la signora D’Ambrosio ha manifestato durante il parto” secondo i periti Claudio Buccelli, Antonio Mirabella e Giuseppe Botta, incaricati dal tribunale di Torre Annunziata di chiarire le possibili patologie da cui risultava affetta la 37enne, in occasione dei due ricoveri avvenuti nei mesi di ottobre e novembre.
Per i periti non ci fu nessuna colpa medica, perché Maria D’Ambrosio venne curata con gli esami previsti dalla prassi. Tra questi 3 elettrocardiogrammi: uno il giorno della morte, il secondo 22 giorni prima del decesso, un terzo 37 giorni prima. I risultati evidenziarono “patologie prive di apprezzabile espressività clinica” fino al tragico parto.
Ma alle 22:25 del 12 novembre 2014 Maria D’Ambrosio perse le forze in sala operatoria: intervennero un anestesista ed altri ginecologi, si decise per il cesareo. La piccola Francesca nacque già senza vita, poi subentrò “un’atonia uterina”. Le condizioni della mamma precipitarono nonostante i farmaci e le “procedure standard di rianimazione”. Maria D’Ambrosio morì intorno a mezzanotte.
L’avvocato della famiglia D’Ambrosio, Mauro Porcelli, ha scelto di “non commentare, per ora, la decisione del pm”. Il marito, la sorella e le due figlie della 37enne di Torre Annunziata si opporranno comunque alla richiesta di archiviazione.
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