L’ex Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata ha deciso di lasciare a fine maggio la carica di Presidente dell’Osservatorio della Legalità, anticipatamente rispetto a quanto aveva immaginato all’inizio.

Parole dure e nette all’amministrazione di Pompei, guidata dal sindaco Nando Uliano, di cui qui riportiamo una parte. La lettera integrale e possibile leggerla qui.

“Gentile Sig. Sindaco Uliano,

facendo seguito alla nota da me inviatale avente ad oggetto le dimissioni da Presidente dell’Osservatorio della legalità del Comune di Pompei, che sarebbero dovute rimanere riservate e il cui contenuto – con mia somma meraviglia – è stato pubblicato sulla stampa locale, come le avevo anticipato, intendo precisare nei dettagli le motivazioni della decisione. […]

Dopo tanto tempo non riesco ancora a spiegarmi come mai quando fui nominato Procuratore di Torre Annunziata non ci furono polemiche, mentre la mia nomina a Presidente dell’Osservatorio della legalità ne ha suscitate molte.

A tal riguardo posso ipotizzare che forse la mia designazione può aver ‘disturbato’ chi aveva interesse a che nulla si modificasse. […]

Come tutte le attività umane è necessario fare un bilancio, e i risultati da me ottenuti, anzi ‘non ottenuti’, non mi sembrano siano stati entusiasmanti.

Colpa solo mia o anche di orecchie che non hanno voluto ascoltare? […]

La mia sensazione è che l’Osservatorio, in assenza di risultati concreti, possa divenire solo una vetrina per persone in cerca di visibilità. A tal riguardo ho sempre ritenuto e ribadito che la legalità va soprattutto praticata e non predicata.

Altra difficoltà che ho incontrato nelle relazioni con l’Amministrazione Comunale di Pompei è stato il continuo mutamento degli Assessori. […]

Fatta questa premessa, come già le avevo anticipato, le fornisco di nuovo l’elenco delle richieste sulle più significative situazioni anomale e tali rimaste:

Biblioteca comunale. Per me resta ancora un oggetto misterioso perché nonostante richieste varie nessuno ancora si è preso la briga di aprire la porta dei locali che dovrebbe contenere i libri ivi depositati. Resta anche un mistero per quale motivo la vecchia Biblioteca venne dismessa. Come le ho comunicato attraverso l’Osservatorio della legalità, il liceo E. Pascal di Pompei ha messo a disposizione alcuni locali della scuola per ospitare la Biblioteca, ma fino ad oggi la città manca ancora di un luogo dedicato alla conoscenza e alla cultura. […]

Chiammisti. Fenomeno che da locale sarà diventato certamente internazionale tenuto conto del fatto che Pompei è frequentata da turisti e fedeli di tutto il mondo. Come lei ricorderà, feci più riunioni con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale) per programmare un servizio di vigilanza che avesse l’effetto di distogliere i chiammisti dalla loro attività e dissuadere i clienti delle prostitute che operano nella zona e nei pressi del Santuario. Sono stato sfortunato anche in questa iniziativa perché, quando per la mia attività mi reco a Pompei, chiammisti e prostitute operano indisturbati. […]

Case dell’IACP. Ho avuto recentemente insistenti richieste da parte di cittadini che asserivano di aver diritto all’assegnazione di alloggi perché i precedenti assegnatari li avrebbero lasciati o dati in sub locazione. Ho chiesto spiegazioni agli Uffici competenti del Comune con note inviate anche alla SV per conoscenza, ma le risposte sono state imprecise e contraddittorie. […]

In ogni caso, considerato il tempo trascorso, non si può invocare la giustificazione di avere ereditato queste problematicità da precedenti Amministrazioni. […]

Le iniziative con le Scuole si sono concluse con un incontro generale con tutti gli Istituti nel Teatro Di Costanzo-Mattiello, ed è stato un ‘bel palcoscenico’ per chi è intervenuto.

Vista la partecipazione, ritenevo di poter continuare questo filone organizzando incontri con i cittadini per estendere il confronto anche agli adulti, con esponenti della società civile, familiari di vittime di attentati camorristici. Per questa attività sarebbe stata indispensabile la disponibilità di locali per gli incontri, che non ho mai più avuto nonostante le richieste. Se ho potuto farlo è solo perché ho avuto la disponibilità di una sala parrocchiale gestita da Don Giovanni Russo, sacerdote Caritas locale. […]

Il bene e l’interesse comune, messi da parte e sostituiti da personalismi. […]

Dott. Diego Marmo”

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