“Il Savoia si è iscritto grazie ai miei 3mila euro. Tornare? Solo se Todisco va via”. Dura e perentoria la replica di Nazario Matachione dopo le ultime uscite discutibili dell’avvocato partenopeo e la probabile entrata in società del finora sconosciuto pakistano Majid Din.

LA CHIAMATA IN VIVA VOCE. Nazario Matachione ha voluto subito dire la sua sull’episodio della chiamata in viva voce tra Gaetano Arpaia e Arnaldo Todisco. Quest’ultimo non sapendo che erano tutti all’ascolto ha usato termini poco gentili verso i torresi (“Manda a casa questi s…”) facendo irritare non poco l’imprenditore farmaceutico. . “Mentre discutevamo,  Todisco, che era assente per problemi di salute, chiama Arpaia. La telefonata viene ascoltata da tutti e lui esprime delle frasi irriguardose e offensive nei nostri confronti. Ha usato delle parolacce senza sapere che noi ascoltavamo, mancandoci di rispetto”. Poi chiarisce sul senso della riunione. “Era stata indetta perché io non ero d’accordo sul fatto che l’accordo con il main sponsor fosse avvenuto con una cifra irrisoria (15mila euro circa), quando io avrei potuto offrire molto di più come già preventivato”.

L’ASSEGNO PER L’ISCRIZIONE. Su Matachione in questi giorni sono piovute tante critiche circa un suo disinteressamento alle vicende del Savoia. Nulla di vero per il presidente dei bianchi che nel suo ‘sfogo fiume’ rivela un particolare importante. “Mi sono stancato di essere il bancomat di Todisco. Venerdì scorso ha dovuto provvedere il sottoscritto con un assegno a garanzia di 3mila euro per provvedere all’iscrizione del Savoia. Inoltre, malgrado sulla carta la società sia al 100% di Arpaia e Todisco noi abbiamo sempre mantenuto in nostri impegni, pur avendo un accordo solo sulla parola. Io e Todisco non parliamo la stessa lingua, probabilmente s’intenderà meglio con il pakistano. Non amo questo genere di uscite perché denotano disorganizzazione, ma dopo la sua uscita di venerdì sono stato costretto”. E sulla sua assenza nella conferenza di presentazione di Grimaldi. “Non ne sapevo nulla, come non ero a conoscenza dell’esonero di Masecchia e della sponsorizzazione con mie annesse dichiarazioni…”.

IL PAKISTANO E GLI SCHETTINO. Infine il passaggio sull’entrata in società del fantomatico pakistano Majid Din (dopo il profilo fake, su Facebook pare ne sia apparso uno quantomeno credibile). “Spero che esista. Di cosa ci preoccupiamo poi? Questa è una persona di fiducia dei fratelli Schettino.  Prima c’eravamo io Riggi e Carpentieri a garantire per Torre Annunziata ora ci sono loro che ormai sono i consiglieri di Todisco, anche se dopo l’abbandono ora tentano di entrare da un’altra porta. Noi continueremo a dare i nostri soldi, anche se lo faremo a cadenza mensile perché non ci fidiamo. Todisco dice di aver sborsato fino ad adesso 91 mila euro, ma  ne ha spesi molto meno della metà. Il resto della cifra immagino siano garanzie prese con i calciatori. Noi abbiamo sempre partecipato in base al nostro 49% che ribadisco era solo sulla parola, non sulla carta. Il budget previsto era di 150 mila euro, spero che lui non abbia problemi a garantire la gestione e che queste voci sui 70mila euro non siano vere. Se in futuro dovesse riscontrare delle difficoltà, sarei pronto a valutare l’acquisto del Savoia ma solo se Todisco va via. L’unica persona con cui si può parlare è Gaetano Arpaia”.

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