Matachione. “Evase quasi 20 milioni”, processo al via. A giudizio anche 2 amministratori
Imputati con l’imprenditore i rappresentanti legali di due farmacie del "Gruppo"
21-10-2016 | di Salvatore Piro
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TORRE ANNUNZIATA-TORRE DEL GRECO. Evasione fiscale vicina ai 20 milioni di euro: per Nazario Matachione, processo al via con due “sorprese” in aula. In primis, gli imputati sono tre. Alla sbarra, assieme al “re delle farmacie” del Vesuviano e dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena, anche Teresa Di Martino, 32enne di Gragnano, e lo stabiese Vincenzo Coppola (34 anni).
Entrambi, in qualità di amministratori di due farmacie del “Gruppo Matachione”, avrebbero infatti presentato dichiarazioni societarie dei redditi infedeli, contribuendo così a mascherare al fisco l’effettivo imponibile complessivo (pari a circa 18,8 milioni di euro) dell’imprenditore originario di Torre del Greco. La seconda sorpresa, invece, è un primo rinvio del processo a dicembre, dopo il deposito di una maxi-lista testi: saranno infatti 50, tra accusa e difesa, le persone che “sfileranno” dinanzi al giudice, nel corso dell’istruttoria e prima dell’attesa sentenza di primo grado.
LE CIFRE. Secondo i pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Sergio Raimondi e Silvio Pavia, Nazario Matachione (difeso dall’avvocato Elio D’Aquino), tra il 2010 ed il 2013 avrebbe “nascosto” alle Entrate un attivo patrimoniale pari a circa 16 milioni di euro. Da qui, le 4 presunte maxi-evasioni Irpef contestate: 743mila euro per l’anno fiscale 2009. E ancora, 2 milioni e 300mila euro per il 2010, 1 milione 870mila per il 2011, fino al milione e 600mila euro, evaso dall’imprenditore con la dichiarazione dei redditi presentata il 30 settembre 2013.
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Soldi, frutto degli incassi di 6 società del proprio Gruppo, amministrate tra i comuni di Torre Annunziata, Torre del Greco e Santa Maria La Carità anche tramite terzi. Tra questi, appunto, gli altri due imputati. La Di Martino (assistita dall’avvocato Francesco Morelli), “in qualità di legale rappresentante della Farmacia S. Antonio – così i pubblici ministeri nel decreto di citazione a giudizio – indicava nella dichiarazioni annuali della società elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo”.
Nell’anno fiscale 2012 – la tesi accusatoria – l’ammontare più alto di I.V.A. evasa (898mila 173 euro). “Modello Unico” infedeli, secondo i pm, anche quelli di Vincenzo Coppola, rappresentante legale della “Farmacia La Guardia” in Sant’Anna, periferia di Torre del Greco. Per gli investigatori, in questa circostanza, l’ammontare più elevato di imposta evasa sarebbe di poco inferiore ai 400mila euro. L’evasione si sarebbe consumata nell’anno fiscale 2013.
L’ULTIMO PERICOLO. Per Nazario Matachione è quello di un crac finanziario dietro l’angolo. L’imprenditore, già destinatario nel 2014 di due ordini di arresto per la presunta corruzione - anche di pubblici ufficiali - in cambio di “verifiche fiscali addomesticate” e “permessi facili” in favore delle sue aziende, è stato nuovamente trascinato in tribunale.
Stavolta la sua grande accusatrice, l’ex moglie Maria Palomba, non c’entra proprio nulla. Sono stati i suoi creditori - rappresentanti di cinque aziende fornitrici di medicinali - a presentare il “conto” a Matachione, avanzando un’istanza di fallimento che coinvolge ben undici farmacie del suo Gruppo. L’imprenditore torrese, infatti, avrebbe accumulato debiti superiori ai 20 milioni di euro per riempire gli scaffali di otto proprie aziende, con sede nel Vesuviano, e tre con sede invece nell’hinterland partenopeo.
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