E’ forse vittima di una maxi-truffa, ma la Siae “non può chiedere alcun risarcimento a processo”: è il colpo di scena regalato dal giudice Giovanni De Angelis del Tribunale di Torre Annunziata, che ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla “Società degli Autori ed Editori”. Richiesta considerata “inammissibile” per un’eccezione.

Un tecnicismo “scovato” dagli avvocati Antonio de Martino, Alfonso Vozza e Giovanbattista Pane, tra i legali degli 8 imputati accusati a vario titolo di corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso e rivelazione di segreti, dopo il blitz "Regno Unito" dei finanzieri di Massa Lubrense e del gruppo di Torre Annunziata. Chi dalla Società ha conferito la procura in pratica non ne aveva nessun potere: “assenza di legittimazione” e addio così per la “Siae” alla possibilità di chiedere i danni.

L’INCHIESTA-IL PROCESSO. In 8 alla sbarra, quasi tutti sceglieranno il rito ordinario. Tra questi i 4 accertatori per la Siae nell’area stabiese e in penisola sorrentina, accusati di aver ideato una truffa che permetteva loro di incassare “mazzette” da musicisti e dj della zona per evitare di pagare i diritti d’autore.

La truffa – per le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata dal 2012 al 2015 - coinvolgeva numerosi alberghi di Castellammare di Stabia, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Lettere, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sorrento e Massa Lubrense.

Pagamenti in denaro – secondo gli inquirenti - venivano effettuati sotto banco a danno della “Siae”. In alcuni casi i titolari degli alberghi o i musicisti che si esibivano durante le cerimonie, una volta incassata dal festeggiato di turno l’intera tariffa “Siae”, avvisavano l’accertatore di zona. "Ispettore" che, durante la festa, si presentava per eseguire controlli solo formali ed incassava il prezzo della corruzione.

Per avere la prova dei presunti reati commessi i militari della Guardia di Finanza si infiltravano anche in matrimoni, comunioni e battesimi. Nel 2012, la prima “tranche” d’inchiesta aveva portato all’esecuzione di oltre 70 perquisizioni negli uffici della Circoscrizione Mandataria della Siae di Castellammare di Stabia e di Sorrento, nonché di note discoteche e prestigiosi alberghi e ristoranti della Costiera. 

(di Salvatore Piro)

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