"Il Difensore Civico regionale Giuseppe Fortunato ha fin da subito vicinanza e particolare attenzione nei riguardi del drammatico momento vissuto da noi lavoratori e dalle nostre famiglie. In un momento storico come quello attuale, caratterizzato dalla diffusa sfiducia dei cittadini verso le Istituzioni locali e nazionali, l'Avvocato Fortunato al contrario rappresenta un simbolo di democrazia. A lui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti".

Questo l'esordio della lettera aperta firmata dai 69 ex dipendenti del Cmo, licenziati dalla proprietà del Centro sanitario nell'ottobre del 2018 in seguito al parziale sequestro della struttura specialistica d'eccellenza con sede in via Roma a Torre Annunziata. Sigilli imposti dalla locale Procura della repubblica per presunti abusi edilizi. Da qui l'inizio di una complessa vicenda giudiziaria con al centro la strenua contrapposizione tra la proprietà del Cmo - i cui legali hanno più volte chiesto e ottenuto ai giudici due giorni fa, l'autorizzazione ad abbattere i presunti abusi contestati al fine del ripristino dello stato dei luoghi - e il Comune oplontino.

“Il comune di Torre Annunziata – hanno spiegato i due portavoce del comitato lavoratori, Emmanuele Sindona e Gaspare Coppola - non ha dimostrato alcuna solidarietà o interesse per il dramma che ha sconvolto 69 oneste famiglie. L'attuale distacco della politica dai problemi reali dei cittadini, proprio in relazione al caso Cmo, si è palesato nel disarmante silenzio e nell'assoluta inerzia dell'Amministrazione".

Sarebbe stato proprio l’immobilismo del comune di Torre Annunziata a spingere gli ex dipendenti del Cmo a rivolgersi, nel marzo scorso al Difensore Civico Regionale il quale, il 12 luglio scorso, è riuscito ad ottenere il via libera per l'inizio dei lavori che in via Roma porteranno alla nascita di un nuovo polo di Medicina Nucleare del Cmo. Questa operazione potrebbe consentire il graduale reintegro in organico dei 69 lavoratori licenziati.

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