“Il mio calvario è cominciato nove anni fa. Se oggi sono qui a raccontarvi la mia storia è grazie al Cmo”. Sara, giovane donna e mamma di Torre Annunziata, paziente oncologica del Cmo che vive sulla propria pelle la chiusura del plesso di Medicina Nucleare di via Roma, ha deciso di raccontarci la sua esperienza. “Feci una ecografia e il medico mi disse che c’era un nodulo che non gli piaceva: mi consigliò di fare ulteriori accertamenti e così ho scoperto la mia malattia”. 

La giovane ritiene che “La chiusura del centro è un colpo basso perché ora non sappiamo dove rivolgerci per effettuare gli esami di cui abbiamo bisogno, con la velocità e con la qualità che abbiamo sempre trovato al Cmo. Non è solo una questione di rapidità – continua Sara – c’è anche un fattore umano. Per un paziente oncologico l’aspetto psicologico è fondamentale. E’ importante avere dei punti di riferimento e non cambiare continuamente centri dove, spesso, viene trattato come un numero e basta. Prima di farle al Cmo, facevo le PET al Policlinico a Napoli e spesso mi è capitato di attendere sette ore prima di fare l’esame o di tornare a casa senza aver fatto la pet perché il farmaco non era disponibile. Non so se i cittadini di Torre Annunziata e del comprensorio si stiano rendendo conto veramente di quello che sta avvenendo. Siamo scesi in piazza per le cisterne, per le tragedie e abbiamo dimostrato compattezza. Credo che questo – conclude Sara - sia uno dei momenti in cui bisogna dimostrarla nuovamente”.

(a cura di Gennaro Carotenuto e Catello Germano)

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