Terremoto politico e giudiziario a Melito. Arrestate 18 persone gravemente indiziate a vario titolo di corruzione, associazione mafiosa e tentata estorsione. Tra questi il sindaco Luciano Mottola, il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone e altri due consiglieri comunali. 

La Dia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda a carico di 18 soggetti gravemente indiziati tra i quali il sindaco di Melito di Napoli Luciano Mottola, 39 anni a luglio prossimo, dei reati di scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione. La misura cautelare è stata emessa nei confronti, tra gli altri, oltre che del sindaco, del presidente del Consiglio comunale e di altri due consiglieri comunali.

Il provvedimento è frutto delle indagini svolte dalla Dia di Napoli e coordinate dalla Dda a partire dalle notizie inizialmente acquisite sull'interesse della criminalità organizzata ad inserirsi nelle elezioni del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Melito di Napoli.

Mottola fu eletto con il 51,5% al secondo turno il 17 ottobre 2021 sostenuto da una coalizione guidata da Fratelli d'Italia e composta da altre nove liste. Prevalse per 380 voti sulla candidata di Pd, Cinque stelle e 5 civiche Dominique Pellecchia. Fuori dal secondo turno restò il candidato di Forza Italia, Lega, lista Catello Maresca e altre tre civiche Nunzio Marrone che al voto del 3 e 4 ottobre non era andato oltre il 26 per cento

Il Gip ha ritenuto che, allo stato, dalle indagini siano emersi gravi indizi sull'esistenza di un accordo già per il primo turno di votazioni, svoltosi il 3 e 4 ottobre 2021, tra esponenti della criminalità organizzata operante in quel territorio - clan Amato Pagano - ed alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco Marrone Nunzio (quest'ultimo non indagato) che avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell'organizzazione criminale, di procurare alla coalizione ed allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell'erogazione di somme di danaro e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione camorristica.

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