Atto primo a reti inviolate. Magro bottino per il Napoli che raccoglie solo un punto dalla trasferta insidiosa di Milano. Gara tattica, di sano agonismo, ma povera di spunti in fase di finalizzazione nonostante l'argenteria in bella mostra lanciata da una parte e dall'altra.

Primo tempo tattico a San Siro. Il rettangolo del Meazza come il tavolo verde a cui Ancelotti è il protagonista più atteso. Un brivido inarca quel sopracciglio ripensando a quei corridoi, a quegli spogliatoi, a quello stadio cornice dei suoi grandi trionfi da calciatore prima e condottiero poi. Poi però c'è la partita, da giocare e provare a vincere con gli uomini migliori. E Carletto, da giocatore consumato, rischia tutto e va all-in: Insigne, Mertens, Callejon e Milik, tutti insieme dal primo minuto, senza contare il tandem inedito a metà campo composto da Ruiz e Zielinski. Atteggiamento spavaldo ammortizzato a dovere dall'allievo Gattuso. 4-3-3 ma più prudente per Ringhio che strizza l'occhio agli spazi e al contropiede per provare a far male. E' tutta lì la chiave tattica del primo tempo a San Siro.

Ritmi alti ma pochi acuti. L'avvio si colora ben presto d'azzurro. Cinque minuti ed Insigne mostra il biglietto da visita: apertura orizzontale sul taglio di Callejon, destro insidioso sporcato in corner da Donnarumma. Poi viene fuori il Milan e la replica dei rossoneri regala sussulti. Uno su tutti, quello di Cutrone: sinistro potente ma impreciso. Il pressing è la chiave di volta che centellina le varie fasi del match. Meglio i rossoneri che quando aggirano la prima linea ci vanno più di sciabola che di fioretto, smarrendosi negli ultimi venti metri. Lo 0-0 dell'intervallo certifica il sostanziale equilibrio tra le due squadre.

Tanto rumore per nulla. Ruoli invertiti nella ripresa: è il Milan a prendere l'iniziativa. Dopo due minuti una leggerezza di Albiol regala un pallone d'oro a Kessie, provvidenziale l'intervento di Malcuit che concede solo un corner. Napoli apparentemente tarantolato ma quando riparte ritrova i suoi spazi. Prime avvisaglie con la traversa accarezzata da Callejon. Poco dopo l'ora di gioco ecco i polacchi: Milik prima e Zielinski poi tentano la soluzione di potenza, Donnarumma sbarra ad entrambi la strada. Gattuso ridisegna i suoi: dentro Borini per Paquetà, dentro soprattutto l'esordiente Piatek al posto di Cutrone. Ed il polacco regala subito un brivido ai suoi tifosi, smorzando un pallone d'oro per Musacchio, sulla sua acrobazia Ospina compie il suo primo vero intervento della serata. Si scuote subito il Napoli. Il duello a distanza tra Zielinski e Donnarumma è il tema caldo del finale di San Siro: tre i tentativi del polacco che non riesce però a valicare il muro del gigante stabiese. Nel recupero torna lo spettro di Santo Stefano: Doveri diventa il protagonista inatteso della serata. Secondo giallo inesistente per Ruiz che sconsolato abbandona il palcoscenico. Finisce dietro le quinte anche Ancelotti, allontanato per proteste nelle ultime battute di un finale convulso e surreale.

Appuntamento rimandato a martedì per il secondo atto in Coppa Italia. Intanto però con il pari di San Siro cala il sipario per il campionato con la Juve che può domani sera incrementare il suo vantaggio, aspettando anche l'Inter impegnata all'Olimpico col Toro, potenzialmente a meno cinque dagli azzurri.


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