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Martedì 27 febbraio alle ore 17:30, nell’aula magna del Liceo De Chirico di Torre Annunziata ci sarà la proiezione del film documentario “Mondo Za” del regista napoletano Gianfranco Pannone. L’evento rientra nella programmazione del “CortoDino Film Festival 2018”, giunto quest’anno ad una nona edizione ricca di novità, tra le quali proprio l’introduzione di due nuove sezioni – cartoon e documentario, appunto – nonché l’anticipo a luglio della serata della premiazione.

Membro della giuria del premio e amico storico di “CortoDino”, Gianfranco Pannone, dopo “Sul Vulcano” e “L’esercito più piccolo del mondo”, ritorna a Torre Annunziata a presentare la sua ultima opera, un ricordo vivo ed intenso di uno dei padri del cinema italiano, Cesare Zavattini, “Za” appunto. La rievocazione dei luoghi d’origine dello sceneggiatore (da “Ladri di biciclette” a “Miracolo a Milano” a “Bellissima” a “L’oro di Napoli” a “La ciociara”, “Ieri oggi e domani”, “Matrimonio all’italiana”, per chiudere da regista con “La veritaaaà) costituiscono l’occasione per celebrare una delle alchimie più profonde e misteriose, eppure del tutto comuni, della condizione umana: il legame, denso di risvolti, con la propria terra. In particolare quell’universo di volti, scorci, profumi che in tutti si trasformano in ricordi che illuminano la memoria; gli stessi che  nei poeti si fanno paesaggi dell’anima, molecole del proprio esclusivo sentire, ma a tutti trasmissibile. E con commozione.

E’ previsto anche un confronto con il pubblico presente, un’occasione per scoprire la straordinaria singolarità del film-documentario, come forma filmica, che ha in Pannone uno dei suoi più accreditati interpreti.   Delicato e struggente, difatti, è il ritratto che ci offre della bassa reggiana affidandolo al racconto di quattro uomini diversi per status ed età, evocativo, ma sempre solido di presente, a presentare realtà ora immutate, quasi sospese nel tempo, ora del tutto stravolte. Un approccio tra il critico e il visionario che supera i limiti delle diverse categorie di pensiero e rilegge gli eventi al sol fine di delineare mappe ed itinerari dove tempo e spazio, ricordo e sogno diventano potenti metafore del destino umano.

Su questo doppio registro la sensibilità del regista napoletano si muove riuscendo ad analizzare e commuovere. A far cronaca e poesia. Proprio come Za, e il suo mondo.


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