“In questi anni sono emersi molti problemi, ma nella società c’è già una prima grande reazione, la consapevolezza che così non va e bisogna reagire”. L’Arcivescovo di Castellammare, Mons Francesco Alfano parla di Castellammare, lo fa in occasione dell’apertura della Porta della Misericordia che si terrà sabato 12 dicembre alle ore 18, presso la Concattedrale per l’inizio dell’Anno giubilare. Sono passati tre anni, ad aprile saranno 4, quando don Franco con il sorriso e il calore che lo contraddistingue, dall’Agro nocerino sarnese è arrivato nella città delle acque. Quello sguardo oggi ha qualcosa in più, nella dolcezza dei lineamenti don Franco, come veniva acclamato dai fedeli della sua comunità di provenienza, ha capito che qui, a Castellammare c’è bisogno di azione, di gesti concreti, di un’inversione di rotta perché le risorse umane e naturali non vengano disperse.

“E’ tempo della seconda reazione, è tempo che ognuno si assuma la responsabilità perché qualcosa cambi. Lo dico alla città ma soprattutto alle comunità parrocchiali, che siano i fari che illuminino il cammino della collettività”.

Monsignor Alfano, durante la celebrazione diocesana, dove saranno migliaia le persone presenti non solo stabiesi, farà molto di più. Parlerà alla comunità fornendo tre linee guida per l’anno giubilare della misericordia che coincide con l’anno che porterà ancora una volta la città di Castellammare alle urne, dopo la caduta del governo cittadino di Nicola Cuomo.

“C’ è bisogno di un contatto diretto, di attenzione e formazione per risolvere i problemi. La Chiesa promuoverà delle vere e proprie scuole di formazione per fornire i mezzi alla comunità per superare le difficoltà. Il secondo punto riguarda i giovani e la necessità di creare qualcosa per loro: un’opportunità di lavoro, un progetto vincente, così come negli anni è stato il Progetto Policoro”.

Su questo aspetto il Vescovo della Diocesi di Sorrento e Castellammare ha già esempi vincenti. Proprio durante il primo anno della guida pastorale della città, partì grazie ai primi finanziamenti della Chiesa l’idea di giovani gragnanesi di creare un pastificio. Oggi quel progetto è realtà, “Il Mulino” esiste e produce pasta con il grano duro di Gragnano. E senza l’aiuto della Chiesa non sarebbe mai andata avanti.

Il terzo aspetto sul quale punterà don Franco è l’accoglienza dei migranti: “Come ci ha chiesto Papa Francesco c’è bisogno di forme concrete verso un’emergenza umanitaria nei confronti della quale non si può rimanere immobili. Per questo stiamo valutando alcune strutture della Diocesi dove accoglieremo migranti”.

La decisione di Monsignor Alfano segnerà un punto di svolta anche nel difficile ambito dell’accoglienza di uomini donne e bambini che sono già arrivati sul nostro territorio ma che difficilmente hanno poi seguito un percorso virtuoso.  

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