“Oggi siamo soddisfatti, crediamo nella giustizia e ringraziamo la tenacia della Procura. E’ solo il primo passo di un lungo cammino verso la verità. Certo nessun risarcimento potrà mai restituirci Tommasina”. Parla attraverso il suo avvocato, Gennaro Ausiello, la famiglia di Tommasina De Laurentiis, la mamma 25enne di Torre Annunziata, morta per una grave emorragia interna l’8 marzo 2013 all’ospedale di Boscotrecase.

Tommasina quel giorno entra in sala operatoria per una banale colecisti. Un intervento quasi senza rischi. Poi qualcosa va storto. Per l’accusa è il “tranciamento di due arterie”: parte l’emorragia, i medici non riescono a fermarla. E’ un attimo e Tommasina muore.

Oggi i tre chirurghi Alberto Palomba, Alberto Vitale e Antonio Verderosa vanno a processo a vario titolo per omicidio colposo e falso (vedi link correlato, ndr). Sono invece due le costituzioni di parte civile ammesse dal giudice: la prima è di Alfonso Formisano, il marito di Tommasina. L’altra è per mamma Elvira e il fratello Francesco.

Tutti direttamente danneggiati. Ma nessun “risarcimento sarà mai sufficiente” soprattutto per la piccola Mariachiara, che oggi ha 6 anni, ed è rimasta a casa col papà, che forse a fine udienza le avrà sussurrato nell’orecchio: “E’ solo il primo passo per capire com’è morta mamma”.

“Voglio soltanto sapere perchè la mia dolce cognatina non è più in mezzo a noi”. L’unica ad esporsi in prima persona, dopo l’udienza preliminare celebrata in Tribunale dinanzi al gup Emma Aufieri, è Sonia Formisano, sorella del marito di Tommasina. “Come sta con la sua coscienza chi ha provocato tutto questo? Ci pensa mai a cosa è successo? Io, dopo due anni, non me ne faccio ancora una ragione”.  

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Il processo