“Chi trasgredisce le regole può finire in terapia intensiva. Passatevi la mano sulla coscienza”. E’ il messaggio di uno degli amici di Vincenzo Ferraro, convolto per la sua morte. Il ragazzo si è spento a soli 23 anni a causa del covid. Trasferito prima al Cotugno poi al Monaldi, non è riuscito a sconfiggere la sua battaglia contro il virus.

Una morte che ha sconvolto un’intera comunità: una polmonite bilaterale non gli ha lasciato scampo. Studente universitario e tifoso della squadra del Gragnano. Gli amici provano a lanciare un monito ai cittadini: “Spero, ma so che sarà inutile, che chi per le strade di Gragnano - la sua città - e non solo di Gragnano, continua a camminare senza mascherina, senza distanziarsi dagli altri, che continua ad accalcarsi dinanzi e dentro ai bar per consumare, che continua a fumare a mascherina abbassata, che la indossa solo quando vede una volante e poi la riabbassa perché fa il guappo, che continua a sostenere che è passato tutto e che questa malattia colpisce solo i malati e gli anziani, si passi la mano sulla coscienza. Domani potrebbe vedere un proprio figlio, finire in ospedale, magari in terapia intensiva. E magari proprio lui".

A ricordarlo anche il vicesindaco di Gragnano Nello D'Auria: "Non so se riuscirò a trovare le parole giuste per descrivere cos’era per me Vincenzo Ferraro. La sua passione per il nostro Paese ha fatto sì che diventassimo amici, un interlocutore appassionato di politica, una fonte di idee, di sogni e di stimoli. La scomparsa di Vincenzo lascerà un vuoto enorme nel mio cuore e in tutta la nostra comunità. Questo subdolo e infame virus ci ha distrutto nuovamente, porterò per sempre dentro di me il ricordo di una persona che è passata nella mia vita e l’ha riempita di energie positive".


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