Museo del Parco Vesuvio: un traguardo sognato per 40 anni
Finalmente un museo dedicato alla grande Bellezza della Campania: con il taglio del nastro si apre un nuovo percorso
12-06-2021 | di Redazione

VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
Il Vesuvio ha finalmente il suo Museo. Con il taglio del nastro dei giorni scorsi si conclude una lunga storia, figlia del nostro tempo, tanto che come ci spiega Paolo Persico “per raccontare una storia lunga quarant’anni ci vorrebbe una narrazione alla Carlo Lucarelli per ripercorrere le difficoltà, le battute d’arresto, gli ostacoli di un’avventura che finalmente vede la luce”.
Quarant’anni non li abbiamo, ma qualche riga per provare a sintetizzare quella che è stata la nascita del Museo del Parco Nazionale del Vesuvio a Boscoreale si, ed allora, anche nel rispetto di tanti protagonisti che nel corso di questi anni sono venuti a mancare e con l’aiuto proprio di Persico, che da assessore comunale prima e da consulente al turismo del Comune di Boscoreale poi, ha seguito da vicino l’intera vicenda, proviamo a ripercorrere in sintesi quanto avvenuto in questi anni.
La struttura che oggi ospita il Museo è frutto di quella legge 219 approvata dal Parlamento Italiano nel 1981 per avviare la ricostruzione post-terremoto dell’Irpinia. “Nel comune di Boscoreale – ci racconta - furono costruiti oltre 650 alloggi in località Passanti e in località Villa Regina. Questo rilevante peso abitativo e lo stravolgimento della composizione sociale e culturale della comunità fu ‘compensato’ con opere infrastrutturali giudicate all’epoca significative. Si realizzarono tra l’altro scuole, strutture sportive, una sede comunale per uffici e servizi, un’importante strada di collegamento tra Torre Annunziata sud e Boscoreale, una nuova fermata della circumvesuviana sulla linea Napoli-Sorrento (aperta solo 2017), e anche un complesso denominato centro culturale molto grande e dotato di un auditorium di 400 posti e una cavea di uguali dimensioni, oltre a numerose sale e spazi all’aperto”.
Cosa si intendesse fare di questo complesso non era chiaro a tutti. “In questo caso c’è stata una scelta efficace del Consiglio d’amministrazione del Parco Nazionale del Vesuvio che, nel 1999, decide di utilizzare parte della struttura come Museo del parco Nazionale del Vesuvio. L’ente parco, ai primi anni di vita, era presieduto da Maurizio Frassinet e nel consiglio di amministrazione sedeva Franco Casillo che si fece carico della proposta riuscendo ad avere la piena condivisione del Consiglio. Nel corso degli anni sono venute sollecitazioni da più di una realtà territoriale o politica per rivedere questa scelta, fortunatamente su questo punto c’è stata una continuità di indirizzo da parte di tutti i presidenti che si sono succeduti alla guida del Parco e che ha portato all’inaugurazione dei giorni scorsi”.
Un nuovo capitolo di questa storia è datato 2002 quando l’allora amministrazione comunale di Boscoreale, guidata da Vincenzo Cavaliere, riceve in consegna dal Commissario straordinario Schilardi tutte le opere della 219 e subentra nei rapporti con il concessionario. L’anno successivo concede in comodato d’uso gratuito metà della struttura al Parco per la realizzazione del Museo.
“Parallelamente partecipammo al tavolo di concertazione presso l’assessorato al turismo e ai beni culturali per i fondi europei 2000-2006 lavorando, realisticamente senza andare dietro a progetti megagalattici irrealizzabili, per realizzare un centro visita multimediale integrato con il Museo del parco del Vesuvio, fondato sulla tecnologia multimediale e sul legame del territorio con il cibo e ottenemmo nel 2004 un finanziamento di quasi 500 mila euro. Con la collaborazione del Professor Fabrizio Mangoni, in quel momento il più creativo e qualificato esperto in questo campo in Campania, il Comune con la responsabilità di rup affidata Giuseppe Ametrano ha predisposto, con le proprie risorse interne, il progetto da mettere a gara avviandola nel 2005”.
L’ingranaggio sembra ripartite, ma poi arriva un altro stop: “L’idea del museo centro visita era parte di un disegno complessivo di rilancio del quartiere di Villa regina per farne un polo per il turismo didattico, culturale e naturalistico. La gestione commissariale del Comune insediatasi nel 2006 con il Prefetto Saladino ha avuto la lungimiranza di far avviare i lavori di completamento del centro culturale anche per non perdere il finanziamento. Negli anni dal 2008 al 2013 il percorso per la realizzazione del Museo si è interrotto per scarsa volontà politico amministrativa”.
Bisogna quindi attendere l’elezione a sindaco di Giuseppe Balzano, nel 2013, per far ripartire il tutto: “Nel corso del completamento delle procedure di collaudo e di consegna dell'imponente struttura ci ponemmo il tema di avviare i lavori per il centro multimediale e contestualmente sbloccare la questione della realizzazione del Museo del Parco Nazionale del Vesuvio senza il quale non vi era alcuna sostenibilità di gestione. Compimmo la scelta di rivedere il comodato d'uso e di lavorare ad un'integrazione dei due progetti. Fortunatamente si giunse ad un Accordo di Programma tra Ente Parco, comune di Boscoreale e Osservatorio comunale per la realizzazione del Museo e per un'ipotesi integrata di utilizzo e valorizzazione della Struttura. L'Accordo sottoscritto nel 2014 e approvato all'unanimità dal consiglio comunale ha consentito la creazione di un comitato d'indirizzo e di un comitato scientifico che poi, nel corso degli anni, ha elaborato e portato a termine l'allestimento del Museo. E' un bel risultato che si è proceduto alla definizione del progetto e alla sua realizzazione con le risorse umane e tecniche dei tre Enti. Da questo punto di vista il contributo dell'Osservatorio vesuviano è stato importante. Anche la scelta di non basare tutto l'allestimento sul virtuale è un elemento che arricchisce la fruizione del Museo”.
Con la nomina di Agostino Casillo a Presidente del Parco il progetto Museo è ritornato in primo piano: “Mentre si sono avviati i lavori, con la fortuna di non avere contenziosi con le aziende, il comitato d'indirizzo degli Enti si è posto il problema di lavorare ad un progetto sostenibile di gestione e dopo un avviso esplorativo ha scelto di realizzare un nuovo accordo di programma coinvolgendo la fondazione cives che gestisce il Museo virtuale di Ercolano. La scelta era dettata dalla volontà di creare sinergie, di coinvolgere una struttura che ha esperienza di gestione museale e comunque di avere un soggetto pubblico come gestore anche se con possibilità più agili di operatività essendo una fondazione”.
Il nuovo accordo di programma viene sottoscritto nel 2018 dal Presidente del Parco Agostino Casillo, dalla Direttrice dell'Ingv Francesca Bianco, dal Presidente del Mav Luigi Vicinanza, e dal sindaco Diplomatico. In questo accordo si è previsto anche una convenzione con i Carabinieri Forestali che utilizzeranno parte dei locali come stazione e si definiva la necessità di riaprire un confronto con la Soprintendenza archeologica di Pompei per l'integrazione dei servizi museali e promozionali tra gli scavi di Villa Regina e il nascente Museo.
“La pandemia ha rallentato tutto, ma in questo periodo oltre all'ultimazione dei lavori di allestimento si è riusciti anche a migliorare alcuni parti della struttura che necessitavano di interventi di manutenzione. Come si vede ci sono voluti quasi quarant'anni per realizzare un 'opera e parte di un disegno di sviluppo. La seconda parte del racconto è partita con l’apertura al pubblico per verificare se il sogno di un diverso sviluppo e di una funzione sociale e culturale del Museo per combattere povertà educativa e ricucire un territorio ferito può andare avanti” – conclude Persico.
Questo contenuto è riservato agli utenti premium
Sei già abbonato? Effettua l'accesso
