Vince soffrendo l'ultimo Napoli targato 2018. Senza Koulibaly, Hamsik ed Insigne, senza la sua spina dorsale gli azzurri patiscono l'ostinata resistenza di un Bologna tutt'altro che in balia di una classifica sì triste ma immeritata per una squadra che a Fuorigrotta ha dato l'anima restando però a mani vuote.

Pochi spunti nel primo tempo. L'ardore del tifo non si traduce in adrenalina sul campo. La pausa incombe e l'ultima fatica in programma al San Paolo certifica lo stato di salute precario di un gruppo stressato soprattutto nella testa, soprattutto dopo la disfatta di Anfield, crocevia della prima parte di stagione. Inzaghi traballa ma la sua squadra, in campo, non molla: 3-5-2 abbottonato, reparti stretti ed un Palacio versione guastafeste, a crear scompiglio nei tanti spazi concessi nel gioco di rimessa. Al quarto d'ora è la fortuna a tendere una mano agli azzurri: flipper in area rossoblù, Mertens involontariamente apparecchia per il sinistro sbilenco ma quanto mai efficace di Milik per l'1-0 che apre la partita. Lo svantaggio non stravolge i piani di un Bologna che sa incassare il colpo anche grazie alle prodezze del suo portiere, Skorupski. Prodigioso il suo volo d'angelo a sporcare la parabola di Mertens, poi è anche grazie alla traversa se per due volte respinge gli assalti del connazionale Milik. Scollinata la mezz'ora, al primo vero tentativo il Bologna pareggia i conti. Punizione da metà campo, Palacio ci mette del suo inventando l'assist per l'incornata di Santander che lascia in dote l'1-1 prima di abbandonare il campo per infortunio.

Ci pensa Dries al fotofinish. Non c'è testimonianza diretta della strigliata di Ancelotti che avrà scosso i suoi nel ventre del San Paolo, c'è invece al rientro in campo il segno evidente di una squadra smaniosa di ritrovare la sua identità. Pressing alto, recupero palla efficace e manovra più fluida e veloce per stravolgere le maglie difensive dei felsinei. Il frutto di cotanto sforzo arriva pressochè subito. Sono i centimetri, quelli di Arek Milik, a fare la differenza al minuto 52, sul destro a giro del pendolino Malcuit: uno stacco dirompente per il 2-1 che rompe nuovamente gli equilibri. Manca solo il colpo del ko: esercizio in cui, negli ultimi tempi, gli azzurri difettano per mancanza di freddezza o eccesso di narcisismo. Puntuale la punizione che all'80' ammutolisce tutta Fuorigrotta. Altra punizione da metà campo, altro errore marchiano a difesa schierata: Danilo neanche se lo immagina di staccare lì, da solo, nel cuore dell'area. 2-2 e tutto da rifare. Tra mille difetti e difficoltà nei minuti finali è il carattere a fare la differenza: quello che crea il solco tra un pari insipido ed una vittoria ormai insperata è il destro maledetto e mortifero di Mertens che al minuto 87 piega le mani a Skorupski e restituisce grazia e serenità all'intero universo azzurro in vista dell'imminente capodanno.

Foto: corrieredellosport.it


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