Il famoso e compianto Vujadin Boskov diceva che "rigore è quando arbitro fischia"... ed aveva perfettamente ragione.

Purtroppo, così come a Pescara quando fu addirittura l'arbitro di linea, figura che ai tempi di Boskov, per fortuna o sfortuna (fate voi), non esisteva, a cancellare un rigore netto, un arbitro ha più potere decisionale di 30mila spettatori allo stadio, milioni davanti alle tv ed alle moviole.

Tutti hanno visto quel mani goffo in area del difensore genoano, tutti hanno visto quella trattenuta da dietro su Milik lanciato in porta, tranne lui. Ma lui decide. Lui/loro possono far si che oggi in testa al campionato sia tornata la solita Juventus e che il Napoli sia a 11 punti anziché a 15 come avrebbe meritato sul campo. E non parlatemi di buonafede, di scarso livello tecnico o di "alla fine si compensano": si fa tremendamente fatica ad accettare sentenze del genere, vista anche la presenza di migliaia di fascicoli giudiziari a confermare che forse, qualche “sentenza” va ridisegnata a misura di uno sport corretto, come deve essere il calcio.

Non bisogna parlare, secondo me, nemmeno di scarso livello degli arbitri, visto che sono l'unica categoria in questo sport che non può parlare nei post partita e che non viene "esonerata" se fanno errori così grossi.

E poi ci sono le traverse, come quella colpita da Marek Hamsik nel primo tempo. Perché alla fine puoi giocare anche a memoria, puoi avere tutti i sostituti all'altezza dei titolari, ma se la Dea bendata e arbitro "bendato" non ti danno una mano, è tutto inutile.

In ultimo, mi vorrei soffermare sull'ormai trentennale gemellaggio tra Genoa e Napoli. Nulla da dire, ci fossero gemellaggi così duraturi nel calcio. Certo, anche se delle volte sembra che questo gemellaggio sia un po' come i mariti e le mogli in crisi: dicono che la coppia funziona ma in fondo non si sopportano. Però continuano a stare insieme per pigrizia, per abitudine, per quieto vivere.

Parliamoci chiaramente: il Genoa contro il Napoli fa sempre la partita della vita. Danno l'anima in campo come contro nessuna altra squadra. Così come nello scorso anno, festeggiano uno 0-0 come se fosse uno scudetto ed i tifosi, a parte il derby con la Samp, aspettano la sfida contro il Napoli al “Marassi” come una finale.

A parte questo, pare che il Napoli sia in linea con gli obiettivi stagionali, più o meno dichiarati: lottare per il secondo posto e fare bella figura in Champions. Quindi, senza deprimerci alziamo la testa e guardiamo al Chievo Verona, che oggi è terzo in classifica. Tra meno di 72 ore sarà una sfida difficilissima e stavolta a deciderla dovrà essere un giocatore azzurro, magari Manolo Gabbiadini. E non una giacchetta (bianco) nera.

 

A cura di Giuseppe Brillante

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