Bentornato capitano. In realtà Marek Hamsik non è mai andato via ma mai come quest’anno il talento slovacco ha rischiato anzitempo di chiudere la sua splendida parentesi tinta d’azzurro. Lo scudetto soltanto sfiorato, la fine del ciclo targato Sarri, motivazioni che avevano un po’ spento quell’ardore, quella passione che ha sempre contraddistinto il rapporto tra Marek e la sua Napoli.

A Est, il richiamo della Cina ha fatto breccia nella testa dello slovacco, solleticato dall’idea di vivere un’esperienza diametralmente opposta a canoni e abitudini nostrane.

Al netto delle considerazioni, però, la differenza l’ha fatta Carlo Ancelotti. Fin dal suo insediamento sulla panchina azzurra, per l’ex tecnico di Real e Bayern la conferma di Hamsik a metà campo è sempre stata una priorità, stuzzicato ancor più dall’idea di accompagnarlo nella sua definitiva maturazione, nel passaggio da mezzala a regista, come da lui stesso rivelato in un’intervista rilasciata a Sky Sport: “Ancelotti è una persona eccezionale e ci aiuterà a esprimere le nostre migliori qualità, non vediamo l’ora di giocare partite ufficiali. Mi ricorda, per la gestione personale, mister Reja. Mi ha chiamato tante volte mentre ero in Slovacchia e mi ha detto che mi voleva in squadra. Sono contento di questo e anche di essere rimasto. Stiamo lavorando benissimo, sereni, e ieri abbiamo fatto una bella partita. Andare in Cina mi avrebbe cambiato la vita, non mi nascondo e ho detto che mi sarebbe piaciuto andare, ma sono felice di continuare a vestire questa maglia. Il nuovo ruolo da regista mi piace, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di giocare in quella zona del campo. Sono contento della nuova posizione”.

 

A cura di Francesco Auricchio


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