Napoli. Sarri vuota il sacco: “La mia verità”
L’attuale tecnico del Chelsea parla del suo passato analizzando la sua esperienza in riva al golfo
07-09-2018 | di Francesco Auricchio
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Zitti tutti, parla – finalmente – Maurizio Sarri. Il Comandante ha cominciato alla grande la sua avventura in Premier ma nonostante il primo posto in classifica non volta mai le spalle alla sua terra, alla sua Napoli, ad un triennio unico ed irripetibile. Lo ha fatto sulle colonne de Il Mattino, in un’intervista esclusiva in cui l’ex tecnico azzurro racconta la sua verità, analizzando tutta la sua esperienza in riva al golfo e partendo inevitabilmente da quella maledetta trasferta al Franchi, da quello scudetto perso in albergo: "Mi capita di ripensarci a quel Fiorentina-Napoli. Sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria, di un sogno mio, della squadra e di tutta la città. Qualcuno ha fatto ironia sulle mie parole, ma chi ha fatto sport sa che abbiamo perso lo scudetto in albergo".
L’addio silenzioso e traumatico alla sua Napoli: "Ancora non lo so perché sono andato via. Bisogna chiederlo alla società. Ma ora ho il Chelsea, e sono felice. C'erano dei motivi per cui volevo rimanere al Napoli e c'erano dei motivi per cui avevo delle perplessità. Il contratto che ha voluto il presidente prevedeva una clausola rescissoria con scadenza 31 maggio e invece il 21 hanno fatto il contratto ad Ancelotti".
Una doccia gelata per Sarri l’arrivo dell’ex tecnico di Milan, Real Madrid e Bayern a cui però augura di poter dcoronare in azzurro quel sogno tricolore: “Ero a cena con Pompilio, il collaboratore di Giuntoli, con cui stavo discutendo proprio se restare o no. Abbiamo acceso la TV e abbiamo visto il suo ingresso alla Filmauro. Napoli è una città straordinaria, merita di vincere lo scudetto. Io da tifoso del Napoli sono contento che sia Carlo ora a fare l'allenatore perché non solo ha vinto ovunque è stato, ma si è fatto voler sempre bene da tutti".
Rapporto da sempre difficile quello con De Laurentiis. Alti e bassi col patron e quella cessione del Pipita in parte giustificata dal tecnico: "Gli sono grato perché mi ha fatto allenare la squadra che ho nel cuore, se sono qui al Chelsea è perché ho allenato il Napoli. Per il resto il De Laurentiis a cui voglio bene è sicuramente il figlio Eduardo. Higuain? Era un campione affermato e con me, che arrivavo dall'Empoli dove ero una specie di signor nessuno, si è messo senza esitazione e con semplicità a disposizione: non è vero che ha tradito la città, ha voluto lasciare Napoli perché il presidente era De Laurentiis".
Parole dure che non scalfiscono il suo ricordo più bello, la presa di Torino con la zuccata di Koulibaly al minuto 89: “Nulla è stato più bello che vincere allo Juventus Stadium. Una notte unica. A livello umano non posso dimenticare l'amore di ogni giorno dei napoletani nei miei confronti”. L’ultimo messaggio al suo vecchio gruppo e quel sogno nel cassetto che già riscalda i cuori di tutti i tifosi azzurri: “Siete dei ragazzi straordinari, continuate così perché ce la potete fare a conquistare quel sogno che abbiamo sfiorato. Può essere l'obiettivo concludere la carriera al Napoli. Ma prima voglio rimanere al Chelsea, in questo splendido club, ancora per tantissimo tempo".
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