Per provare l'estraneità ai fatti contestati "abbiamo dovuto vendere delle proprietà, servono altre risorse ma non ne abbiamo più". A professare, sulla stampa colombiana, l'innocenza del marito, è Lyda Valenzuela, moglie dell'ex calciatore colombiano Antony De Avila Charris, 58 anni, piuttosto noto a livello mondiale per avere preso parte con i colori del suo Paese a ben due mondiali ma anche per essere ritenuto un narcotrafficante di "caratura".

Per quest'ultimo motivo l'ex calciatore è detenuto a Napoli, dopo essere stato arrestato dagli agenti del commissariato Vicaria Mercato del capolupogo partenopeo, in piazza De Nicola, a Porta Capuana, il 21 settembre 2021. "Mi sono stancata di bussare alle porte, - dice ancora la consorte di De Avila - di chiedere aiuto a tante persone, ex giocatori che condividevano con Anthony, dirigenti, allenatori , tifosi, politici. Hanno detto che ci avrebbero aiutato, ma non si sono più fatti vedere. Altri non rispondono nemmeno al telefono. Mi sento sola. Quell'amore che hanno professato ad Anthony quando era un giocatore e dopo il suo ritiro non lo vedo". De Avila, difeso dall'avvocato Fabrizio De Mario, sta scontando una sentenza passata in giudicato comminata proprio per reati connessi al traffico di grosse quantità di sostanze stupefacenti.

Secondo gli inquirenti l'ex calciatore era legato al cartello di Cali dove ricopriva un importantissimo ruolo di primo piano, quello di garante: era lui a decidere se la cocaina dovesse o meno arrivare in Italia. De Avila venne arrestato nel lontano 2001 e restò in cella per diversi giorni prima di essere scarcerato. Da quel momento si sono perse le sue tracce, fino al 21 settembre dello scorso anno, quando la Polizia di Stato, lo ha identificato e arrestato, notificandogli un provvedimento di cattura emesso dalla Procura Generale proprio per traffico internazionale di stupefacenti.


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