Torre Annunziata. Tutti assolti. Anche papà e mamma dall’accusa di associazione camorristica che gestiva i traffici di droga della cosca. Francesco Gallo (‘Francuccio o' Pisiello’, storico capo clan della fazione dei ‘Cavalieri’), suo padre, Raffaele, e sua madre, Annunziata De Simone (appartenente ai ‘quaglia quaglia’) per il gup Dario Gallo del Tribunale di Napoli non tentarono di estorcere altri 18mila euro alla ‘Cattleya’, la società di produzione cinematografica che ne pagò invece 6mila, consegnati sull'unghia a ‘zì Rafiluccio’ (questo l’appellativo di Raffaele Gallo nelle intercettazioni), per girare nella villa del capo clan al Penniniello la fortunatissima serie tivù ‘Gomorra’.

‘Villa Savastano’ venne poi sequestrata il 4 aprile 2013, poco prima di iniziare le riprese: il boss finì in manette. La lussuosa villa, invece, in amministrazione giudiziaria. Il canone andava versato solo al custode nominato dal giudice. Ma questa è la storia di un altro filone, il principale del processo, nel cui ambito ‘Francuccio o’ Pisiello’ e i suoi genitori hanno già incassato pene in appello dai 5 anni e 4 mesi ai 6 di reclusione. Condanne tutte inflitte per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Al contrario le sorprendenti assoluzioni dei tre Gallo arrivano oggi nello stralcio dell’inchiesta principale. Processo-bis per cui il pm della DDA di Napoli, Pierpaolo Filippelli, aveva invocato 7 anni di carcere per Annunziata De Simone (difesa dall’avvocato Antonio De Martino), 6 per suo marito (assistito da Sergio Cola e Alessandro Pignataro) e 5 per ‘Francuccio o’ Pisiello’ (l’avvocato qui è Alberto De Simone).

Accolta la tesi sostenuta dai legali: la seconda tentata estorsione, per i restanti 18mila euro (6mila al mese da versare solo all'amministratore giudiziario su un libretto) di fitto della villa-location al Penniniello, sarebbe stata comunque assorbita dalla prima. Un tecnicismo che ha convinto oggi il gup di Napoli ad assolvere papà, mamma e il loro figlio-boss (già condannato a 18 anni per associazione di tipo mafioso e tuttora detenuto). In entrambi i processi, la casa cinematografica ‘Cattleya’ ha scelto di non costituirsi parte civile.

In foto, da sinistra, Raffaele Gallo, Annunziata De Simone e Francesco Gallo 

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