Normative più stringenti e chiare ma soprattutto specializzazioni: si riassume così la protesta delle guide turistiche accreditate per la Regione Campania che nella mattina di martedì 19 giugno si sono raccolta in protesta dinanzi all’ingresso del Parco Archeologico di Pompei.

Risposte chiare e definitive per la categoria, che, in questi ultimi anni, vive una seria crisi in relazione all’attesa della legge quadro nazionale di riferimento che ponga fine al caos normativo che ha portato in questi ultimi cinque anni ad un aumento indiscriminato dell’abusivismo e dell’illegalità all’interno del comparto turistico in generale e in particolare tra le guide turistiche.

“Lamentiamo l’azione illegittima dei corsi di formazione abilitanti – ha spiegato Pietro Melziade, presidente dell’associazione Guide Turistiche Campania -. Siamo felici del risultato della sospensione di un anno di questi corsi ma, nel frattempo, chiediamo regole certe ed una legge che stabilisca finalmente i criteri per l'accesso alla professione di guida turistica, vitale per l'economia nazionale”.

La legge del 2013, di fatto, ha creato un paradosso: se da una parte amplia il territorio su cui ogni guida può operare, dall’altro non ha creato alcun criterio per accedere a questa nuova professione, ovvero la guida turistica nazionale, né alcuna tutela per le 30mila persone che lavorano già nel settore in tutta Italia. Il risultato è che si continuano a fare esami di abilitazione come guida turistica su territori specifici, provincia o regione, e poi si esercita anche lì dove non si è data alcuna prova di conoscenza. Allo stato attuale sembrano mancare parametri uguali per le Regioni ai quali riferirsi per le procedure d’esame. Questo porta ad avere guide abilitate con corsi formativi di aziende private, altre con quiz a risposta multipla, altre ancora sulla base di curricula, altre con esami scritti e orali. In poche parole, persone abilitate a Bolzano, allo stato attuale possono esercitare la professione a Pompei senza essere mai state esaminate sul parco archeologico. Lo stesso articolo di legge, in realtà, prevede anche che per siti particolarmente importanti ci si serva di guide specializzate: ma di questa parte della legge che tutelerebbe i nostri siti archeologici e museali più importanti non vi è traccia se non sulla carta. E quindi ad oggi non vi è lista ufficiale di questi siti speciali né si sa chi e come potrebbe esercitarvi.

“Basti pensare – ha spiegato Daniela De Vincenzo – vice presidente dell’Associazione Guide Turistiche Campania – al numero di siti di interesse culturale esistenti in Italia. Sarebbe impossibile conoscerli tutti. Ecco perché la nostra protesta è importante: bisogna diffondere l’idea che un posto venga spiegato nelle sue sfumature, aggiungendo una connotazione di conoscenza profonda del territorio. La guida specializzata in un determinato sito mira a fare proprio questo, altrimenti non avrebbe ragione di esistere”.

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