Ombre sui lavori al Pronto Soccorso, Mazzella: 'Pretendo un incontro con il responsabile del cantiere'
Area pericolosa e priva di recinzioni. Sabato prossimo una nuova ispezione, richiesta la presenza dell'ingegnere Ciro Visone e dei vertici dell'Ospedale
03-12-2022 | di Rosanna Salvi
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“Cosa deve fare un Senatore della Repubblica per ottenere un’autorizzazione?” Arrivato all’ingresso del Pronto Soccorso di Boscotrecase, Orfeo Mazzella ha chiesto immediatamente di interfacciarsi con il responsabile del cantiere, l’ingegnere Ciro Visone.
A pochi giorni dalla denuncia sporta contro Russo, direttore dell’Asl Napoli 3, Mazzella si è recato nuovamente al Pronto Soccorso per avere chiarificazioni in merito allo stato dei lavori. A pochi centimetri dalla porta d’accesso vetri rotti, mattoni sbriciolati e pezzi di un vecchio gabinetto.
Sul posto assenti sia il responsabile della sicurezza del cantiere che i vertici del nosocomio. Dopo attese e silenzi, confronto telefonico con la Direttrice Sanitaria Giamiglio per avere risposte sui lavori. “Ciro Visone dovrebbe venire immediatamente qui ed interfacciarsi con me. Sono chiare le inadempienze del suo cantiere e se ne deve assumere la responsabilità. Manca la cartellonistica e l'area non è sicura. Il Direttore Russo non mi risponde e ho già provveduto a denunciarlo. Cosa deve fare un Senatore della Repubblica per avere l’accesso ai cantieri?”
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Determinato a fare luce sulla questione, Mazzella è riuscito ad ottenere un incontro con l’ingegnere responsabile. “Assurdo che abbia dovuto prendere un appuntamento per essere ricevuto. Sabato prossimo sarò di nuovo qui e mi aspetto di avere risposte. Lo stato dei cantieri non è in regola, mancano recinzioni adeguate e non c’è alcun cartello che indichi l’inizio e la fine dei lavori. Cosa ne sarà di questo presidio? Qual è il progetto che intendono attuare? Vogliamo risposte”.
A Boscotrecase, accanto al Senatore, neanche una dozzina di persone. Poca affluenza anche alla protesta in piazza Ernesto Cesaro. Cittadini, associazioni e politici esortano la società civile a mobilitarsi. "Serve una rivoluzione sociale. In 10 non concludiamo nulla, in 100.000 mila, invece, possiamo pretendere di essere ascoltati".
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